BARI – E niente più Giochi del Mediterraneo. A due giorni dalla bufera che si è abbattuta su Regione Puglia e Asset che ha portato all’interdizione dai pubblici uffici per 12 mesi alcuni funzionari dell’ente di via Gentile e il numero uno dell’agenzia regionale per lo Sviluppo Ecosostenibile del Territorio, il consiglio direttivo del Comitato organizzatore dei Giochi del Mediterraneo Taranto 2026 ha sospeso dalla carica il direttore generale Elio Sannicandro, coinvolto – in qualità di commissario straordinario per il dissesto idrogeologico della Regione Puglia – in un’inchiesta della Guardia di finanza di Bari su presunte tangenti in cambio di appalti. Dalle carte della procura, emergono “significativi indizi in ordine e pregresse analoghe vicende”, scrive il gip Giuseppe Battista nell’ordinanza che ha portato in carcere l’imprenditore di Lucera, Antonio Di Carlo, e ai domiciliari sua figlia Carmelisa e il dipendente del Coni, Sergio Schiavone, ritenuto dagli inquirenti il mediatore tra i foggiani e l’ex gd. Il che farebbe intendere come la struttura della manipolazione degli appalti fosse particolarmente roda ormai da tempo. La procura, intanto, starebbe valutando anche di impugnare il provvedimento del gip: i pm Savina Toscani e Claudio Pinto, infatti, avevano chiesto i domiciliari anche per Sannicandro ma per il giudice l’interdizione sarebbe sufficiente a impedire la reiterazione del reato.
Intanto nelle prossime ore prenderanno il via gli interrogatori di garanzia. A sedersi davanti al gip battista saranno i padre e figlia Di Carlo. Dopo di che, toccherà a Schiavone, ai domiciliari a Roma. La prima delle vicende contestate ai due riguarda l’appalto di per i lavori del torrente Picone e lama Lamasinata a Bari. C’è poi la gara per la valorizzazione del parco Archeologico di Conversano ma nel mirino degli inquirenti ci sarebbero anche altri appalti sospetti.
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