Si chiama Juno, entrerà in funzione in autunno ed è il sogno di tanti scienziati italiani che studiano i cambiamenti climatici. E’ il primo Centro di Supercalcolo d’Italia, e tra le strutture più avanzate in Europa, capace di milioni di miliardi di operazioni al secondo, che affiancherà l’attuale supercalcolatore Zeus e consentirà di sviluppare scenari e modelli sul futuro del clima ancora più dettagliati, fino a una scala urbana e suburbana, e di archiviare tante di quelle informazioni utili per studiare i fenomeni e le tendenze necessari per pianificare le soluzioni di prevenzione e gestione delle emergenze che impattano su tutte le attività e i sistemi economici e sociali. E’ il cuore del nuovo polo delle scienze del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (Cmcc), inaugurato oggi a Lecce, in Puglia. Al nuova “casa delle scienze” si sviluppa su 3.300 metri quadrati – ristrutturati e allestiti grazie al Fondo regionale per lo sviluppo e la coesione 2014-2020 per un totale intorno a 6 milioni di euro – e ospita, tra l’altro, una task force multidisciplinare e internazionale di un centinaio di ricercatori e spazi destinati a eventi e attività di divulgazione per allargare l’impatto della scienza sulla società. Ora, ha osservato Antonio Navarra, presidente del Cmcc, comincia “un lavoro più impegnativo per la consapevolezza delle sfide che il clima e la società del futuro ci pongono”. Ma con l’orgoglio di essere uno fra i dieci centri di ricerca di livello mondiale. Orgogliosi il Comune di Lecce e la Regione Puglia che vogliono dimostrare di essere protagonisti nella sfida alla sostenibilità e attrattivi dal punto di vista ambientale. Il clima non è un fatto solo scientifico, perché ha impatti nella vita di tutti i giorni e in vari settori – dall’energia, alla mobilità, dall’agricoltura all’industria – che richiedono politiche adeguate e investimenti – è stato ricordato – per evitare perdite economiche, di salute e di vite umane.
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