“Ci sono momenti in cui la lucidità la perdi senza accorgertene. Eravamo in Consiglio comunale un anno fa quando una telefonata mi diceva che c’era stato un omicidio. Ed era una donna: Enza, mamma di due splendide creature. Una vita intensa. Spenta per sempre”. Così, la sindaca di Andria Giovanna Bruno, ricorda Enza Angrisano a un anno esatto dalla sua uccisione. La donna, 42 anni e madre di due figli che oggi hanno 7 e 12 anni, fu uccisa dal marito Luigi Leonetti, metalmeccanico di 52 anni, nel corso di un litigio. I due, sposati da 14 anni, erano in casa assieme ai loro bambini quando la 42enne fu accoltellata a morte. L’uomo è a giudizio con l’accusa di omicidio volontario e domani si terrà una nuova udienza del processo che si svolge dinanzi alla Corte di assise di Trani. Nel dibattimento saranno ascoltati 11 testimoni. Si tratta dei mariti delle due sorelle e di tre colleghe di lavoro della vittima, del datore di lavoro dell’imputato e di alcuni suoi colleghi, del personale dei servizi sociali del Comune di Andria e della persona che la 42enne stava frequentando prima di essere assassinata. “Andria non dimentica e non lo ha fatto in tutto questo anno”, prosegue la sindaca evidenziando che “continuiamo a sentire” i figli della vittima “e a sorridere loro in tanti modi”. “Con Enza la nostra comunità cittadina si ritrovò incredula e unita” e scelse “di tenersi fuori dai riflettori mediatici e di proteggere il più possibile quei bambini dal clamore, dal rumore, dalle chiacchiere da bar. In tanti hanno compreso e collaborato”, conclude Bruno.
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