ALTAMURA – Con due arresti, uno in carcere e l’altro ai domiciliari, si chiude il cerchio, dopo 21 anni, per l’omicidio di Massimiliano Cavotta, avvenuto l’11 ottobre del 2003 ad Altamura, sulla Murgia barese. L’uomo fu colpito a morte nel momento in cui stava rincasando in auto, insieme a sua moglie e al figlio di tre anni che scamparono all’agguato e riuscirono a fuggire.
Secondo gli inquirenti – che in questi anni hanno si sono avvalsi di intercettazioni ambientali e telefoniche e delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia – l’omicidio sarebbe stato eseguito da un commando composto dai due arrestati che, dopo aver monitorato le abitudini della vittima, si sarebbero nascoste vicino casa attendendone l’arrivo. Così si sarebbero avvicinati a lui e alla sua famiglia e avrebbero esploso almeno sette colpi di pistola calibro 7,65 e due di fucile a pallettoni, di cui uno a distanza ravvicinata e uno a bruciapelo.
Stando alle indagini, Cavotta aveva avuto dei contrasti con alcuni esponenti della criminalità organizzata di Altamura: il 28 febbraio 2003, infatti, egli stesso avrebbe ferito, con colpi di pistola, un elemento di spicco dei un clan rivale. Quest’ultimo, a distanza di pochi mesi, insieme ad un suo affiliato, si sarebbe vendicato con l’intento di mandare un messaggio alla criminalità locale. L’accusa è di omicidio volontario premeditato, detenzione e porto di armi da fuoco, aggravati dal metodo e dall’agevolazione mafiosa
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