Allerta per un virus sconosciuto in Congo: attenzione anche in Italia

Il Ministero della Salute italiano ha innalzato il livello di attenzione per una malattia ancora sconosciuta che, nella regione di Panzi, in Congo, ha causato oltre 70 decessi. La zona colpita si trova circa 700 km a sud-est di Kinshasa.

Con una lettera ufficiale, il Ministero ha chiesto agli Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera di monitorare con attenzione i punti di ingresso, in particolare per i voli provenienti dal Paese africano. “Doverosa attenzione, ma niente allarmismi”, ha dichiarato Maria Rosaria Campitiello, Capo Dipartimento Prevenzione ed emergenze sanitarie, rassicurando sulla presenza di una sorveglianza attiva e di controlli cautelativi.

Anche Francesco Vaia, direttore generale della Prevenzione sanitaria, ha sottolineato che non ci sono voli diretti tra Italia e Congo, ridimensionando l’allarme. Tuttavia, la malattia richiede un intervento rapido.

Le autorità locali congolesi, in collaborazione con l’OMS e altri partner internazionali, stanno studiando le possibili cause del focolaio. Tra le ipotesi vi sono virus respiratori, malaria, morbillo e altre malattie infettive. I primi casi sono stati rilevati a ottobre e i sintomi includono febbre, tosse, difficoltà respiratorie e anemia.

Il 40% dei casi riguarda bambini sotto i cinque anni, con un alto numero di decessi tra gli adolescenti tra i 15 e i 18 anni. Secondo Massimo Ciccozzi, epidemiologo, potrebbe trattarsi di una zoonosi, ma servono ulteriori dati.

Gli esperti italiani chiedono l’invio immediato di laboratori mobili internazionali per analizzare il patogeno e ottenere una diagnosi rapida. Carlo Perno, microbiologo del Bambino Gesù, ha dichiarato che il decorso della malattia potrebbe ricordare i filovirus come Ebola, ma con sintomi differenti.

Per Gianni Rezza, professore di Igiene pubblica, la letalità osservata, pari a circa un terzo dei 370 casi finora registrati, è molto alta e simile a quella delle febbri emorragiche. Tuttavia, precisa, non si è ancora in una situazione di allarme globale, poiché non sono emersi nuovi elementi diagnostici.

La situazione rimane sotto stretta osservazione.

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