La pioggia continua a essere un miraggio per la Puglia, dove i livelli d’acqua negli invasi artificiali sono scesi a 36,76 milioni di metri cubi, un calo del 72% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Coldiretti Puglia lancia l’allarme: la crisi idrica minaccia l’agricoltura, con una perdita fino al 50% di prodotti simbolo della Dieta Mediterranea.
Secondo l’ANBI, la situazione è particolarmente grave nei quattro invasi del foggiano, ma l’intera regione soffre. Anche ottobre, secondo i dati del Copernicus Climate Change Service (C3S), è stato il secondo mese più caldo mai registrato a livello globale, con temperature medie superiori di 1,65°C rispetto ai livelli preindustriali.
Il caldo anomalo allunga la fase vegetativa delle piante, rischiando di far ripartire le fioriture e di esporle a possibili danni con l’abbassamento delle temperature. Inoltre, per le coltivazioni di ortaggi, l’aumento dei costi di irrigazione aggrava la situazione, con le semine in difficoltà a causa della siccità.
In Puglia, la siccità ha già dimezzato i raccolti di ciliegie, grano, miele e olive. Le clementine sono state colpite pesantemente, con frutti che finiscono al macero per mancanza d’acqua. Anche la produzione di miele ha subito un crollo del 60%, mentre la campagna di raccolta delle olive registra un calo stimato oltre il 40% rispetto allo scorso anno.
La crisi idrica favorisce inoltre la proliferazione di parassiti, ancora attivi a causa delle temperature miti, con conseguenze dannose anche nelle città. Coldiretti Puglia evidenzia come questi fenomeni siano sintomatici di un cambiamento climatico in atto, che si manifesta con stagioni alterate, eventi meteorologici estremi e oscillazioni termiche che compromettono le colture e minacciano la sostenibilità dell’agricoltura regionale.
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