Ad Alberobello sino al prossimo 20 ottobre c’è una mostra su Andy Warhol. Un’iniziativa che punta a valorizzare il percorso verso la candidatura a Capitale Italiana della Cultura 2027.
“Andy Warhol. Life, Pop & Rock” è il titolo della mostra organizzata da Bass Culture srl e Rjma Progetti culturali, con il patrocinio del Comune di Alberobello e in collaborazione con l’Associazione Locus Festival, che sarà aperta al pubblico dal 18 maggio al 20 ottobre 2024.
L’esposizione è allestita negli spazi di Casa Alberobello in largo Martellotta e rappresenta un progetto speciale, in esclusiva per il Locus 2024, festival che per la prima volta fa tappa nel Comune di Alberobello, proprio per celebrare la sua XX edizione.
Con questo evento, Alberobello continua a occupare la scena internazionale con l’obiettivo, già condiviso, di candidarsi a Capitale Italiana della Cultura 2027 attraverso l’ambizioso progetto territoriale PIETRAMADRE.
La mostra intende percorrere, attraverso un’ampia selezione di opere, tutta l’evoluzione artistica e umana di uno dei più grandi protagonisti dell’arte del nostro tempo, uno dei più poliedrici e influenti, dei più amati e discussi.
Saranno esposte circa 150 opere provenienti da collezioni private: alcune delle più famose serigrafie, insieme a foto, video, manifesti, riviste, ceramiche e una straordinaria serie di copertine di vinili. Opere e oggetti che hanno consacrato Andy Warhol come padre della Pop Art, capace di rileggere la cultura di massa attraverso le sue forme.
Il percorso espositivo inizia proprio con le copertine dei vinili che Warhol realizzò a partire dal 1949 fino al 1987, attraversando tutto il suo percorso artistico. Giovane designer, grazie al suo lavoro di grafico presso importanti case discografiche, Warhol sperimenta tecniche e soggetti che utilizzerà poi nelle progettualità future. Saranno esposti alcuni inediti, vere rarità, come le prime cover realizzare negli anni ‘50, che hanno contribuito a sviluppare il suo gusto estetico e figurativo. Ed è attraverso questa esperienza che si è potuto cimentare con i ritratti di icone quali per esempio Paul Anka, Liza Minnelli, John Lennon e molti altri, tra cui Loredana Bertè.
Saranno poi presentati alcuni dei lavori che Warhol ha creato a partire dagli anni Sessanta e che hanno contribuito alla sua affermazione come artista poliedrico, capace di misurarsi con le tecniche più disparate e con tutti i generi maggiori del linguaggio espressivo.
Sarà proiettato uno spezzone del film Empire (1964-65), in cui è ripreso l’Empire State Building di New York, con un metraggio rallentato. Seguiranno le foto realizzate per la promozione del film Trash (1970). Non mancheranno poi i manifesti pubblicitari, realizzati tra il 1970 e il 1975.
Seguirà un’importante sezione riservata ad alcune Polaroid, realizzate da Warhol tra il 1972 e il 1975 per immortalare personalità e momenti della sua straordinaria vita in cui compaiono tra gli altri Paloma Picasso, Tony Curtis, Jack Nicholson, Marisa Berenson e molti altri protagonisti del Jet Set internazionale.
Una parte importante sarà dedicata alle straordinarie immagini elaborate da Warhol per la rivista Interview, da lui ideata e diretta dal 1979 al 1984, accostate a libri e cataloghi con dediche e disegni. Non mancheranno quindi le formelle in ceramica Rosenthal, realizzate nel 1987 e firmate dall’artista.
Agli inizi degli anni ’60 Warhol aveva creato The Factory, il suo studio a Midtown Manhattan, concepito non solo per produrre opere d’arte, ma per accogliere le personalità più famose ed eccentriche di quegli anni. Tra i più assidui frequentatori si annoverano Lou Reed, Mick Jagger, Truman Capote, Salvador Dalì e Allen Ginsberg. È in quegli anni che Warhol ha iniziato a realizzare una serie di serigrafie. Saranno quelle che riproducono le Campbell’s Soupe, un popolare prodotto del mercato americano, a determinare il suo successo mondiale, insieme a un acceso dibattito tra fans e detrattori. Saranno poi le serigrafie con i Flowers e con i ritratti di personaggi mitici come Marilyn Monroe e Mao a diventare “di culto” per il grande pubblico, ma anche per il mercato. Considerata una tecnica minore, quasi industriale, la serigrafia diventerà, grazie a Warhol, una tecnica apprezzata e utilizzata da altri protagonisti della scena artistica.
La mostra si conclude quindi con le mitiche e spettacolari opere serigrafiche. Infine, è esposta una serie di litografie dedicate a Mickey Mouse, realizzate all’inizio degli anni ’80, con le quali Warhol si misura con l’ennesimo linguaggio espressivo del suo tempo: il fumetto. Lungo il percorso espositivo sono collocate alcune opere di altri artisti per i quali il rapporto con Andy Warhol è stato particolarmente significativo come Jean-Michel Basquiat, Keith Haring e Jeff Koons.
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