Con l’arrivo delle AI tantissimi ambiti e settori della contemporaneità globale sono cambiati o hanno risentito delle conseguenze. Tra questi vi è il marketing digitale, oggi completamente trasformato a poco meno di due anni dall’arrivo sul mercato di una delle prime intelligenze artificiali generative gratuite e accessibili a tutti.
L’uso di quelle che sono note come Generative Adversarial Networks (GAN) permette oggi alle persone di generare codici per app e siti web, creare immagini, loghi o grafiche per i social. Scrivere articoli e persino libri. In un primo momento l’arrivo delle AI ha dato l’impressione di trovarci dinanzi a uno strumento di grande libertà ma è ovvio che le cose sono andate molto diversamente.
Tali innovazioni, infatti, comportano sfide etiche e legali da affrontare e, tra queste, vi è la tutela degli individui dalla fuga di dati sensibili o dalla manipolazione causata dai deep-fake. Secondo l’indagine di ExpressVPN, infatti, prima di usare tali tecnologie abbiamo il compito di comprendere sia le opportunità che le minacce a cui queste ci espongono, non solo nel digital marketing, ma anche nella vita privata.
AI generative e immagini: qual è il confine tra realtà e finzione?
Le intelligenze artificiali generative sono oggetto di studi da moltissimi anni ma il loro utilizzo “democratico” risale solamente al 2014, quando sono state rilasciate le prime “GAN”, cioè le AI capaci di creare testi o immagini.
Il loro funzionamento consiste in due reti neurali in competizione, le quali lavorano incessantemente per migliorare la capacità di generare immagini e limare i dettagli che le rendono riconoscibili da quelli reali.
Questo meccanismo si caratterizza da potenzialità di sviluppo illimitate: l’addestramento di una GAN, infatti, non termina mai proprio perché programmato per apprendere di continuo, man mano che una rete propone un contenuto da analizzare all’altra.
Come si traduce tutto questo nella realtà?
Se da un lato in tantissimi sono rimasti affascinati dalla grandezza di questa conquista tecnologica, non mancano pareri negativi o perplessi circa le implicazioni nella società. Nel caso del “Dopplegangers” causato dalle AI generative, per esempio, ci troviamo dinanzi a un problema di non poco conto per la sicurezza delle persone.
Le AI, infatti, consentono di utilizzare le immagini di corpi e volti umani reali, reperibili ovunque online, a scopi illegali come il furto di identità, la diffamazione o la manipolazione dei media.
Non solo. L’avvento delle AI ha creato spaccature e crepe sul mercato del lavoro, nel quale tantissime aziende e organizzazioni hanno trovato in queste tecnologie la possibilità di ottimizzare tempi e costi operativi. Questo ha suscitato sdegno da parte di esperti e creativi, messi da parte da una tecnologia in grado di replicare, e non generare un pensiero umano.
Anche le implicazioni di questa tecnologia per il marketing digitale sono profonde. Le AI possono creare contenuti personalizzati in modo rapido ed efficiente, migliorare l’interazione con il cliente e ottimizzare le attività pubblicitarie avviate o da pianificare.
Il Digital Marketing e le AI
L’impiego delle AI nel Digital Marketing, secondo Bill Gates in persona, è ciò che avrebbe accelerato il miglioramento dei livelli di efficienza e di accuratezza. Anzi, è proprio l’impennata di domanda e di utilizzo di AI generative ad aver, forse, messo in discussione le stesse fondamenta del web.
L’uso massiccio delle AI da parte delle persone, infatti, starebbe spingendo verso la creazione di modelli ancora più evoluti, noti come User Agent. Questi saranno in grado di comprendere le preferenze degli utenti, memorizzare le loro abitudini di navigazione e interagire autonomamente con i siti web per conto dell’utente.
Immaginate un assistente virtuale che non solo conosce i vostri gusti, ma sa anche quando è il momento giusto per suggerirvi un acquisto, prenotare una vacanza o ricordarvi di un appuntamento importante. Questa forte personalizzazione, in pratica, è ciò verso cui le aziende che operano online dovrebbero tendere: fidelizzare il cliente, rafforzare il brand.
Qual è la diretta conseguenza?
La protezione dei dati personali diventerà ancora più critica, poiché queste tecnologie richiederanno l’accesso a grandi quantità di informazioni. Quando un’AI esegue una ricerca online, infatti, lo fa processando in pochissimi istanti pacchetti di informazioni trascritte in forma di dati. Al contrario, un umano esegue la ricerca digitando una domanda sul motore di ricerca preferito e poi cliccando sulle risposte che ritiene più interessanti o pertinenti. Nel primo caso, l’AI cercherà informazioni scandagliando preferenze e dati online; nel secondo caso, invece, la ricerca avviene in modo semantico e tramite la fruizione di contenuti come articoli, post sui social o video.
Questo significa che i siti web e gli stessi motori di ricerca dovranno investire sempre maggiori risorse nell’archiviazione e nella gestione efficiente dei dati, proprio per permettere alle AI di effettuare ricerche per conto degli utenti.
potrebbe interessarti anche
Sanità, Sbrollini: “Attività fisica diventa un farmaco”
AdP con Aeroporti 2030: sinergia all’insegna di innovazione e sostenibilità
Sanità, UGL Salute: “Serve impegno comune per rilanciare il settore”
Il sesto Famila Superstore del Gruppo Megamark a Bari
Ferrovie del Sud Est: al via i cantieri del PNRR, variazioni alla circolazione
Medici e infermieri contro la Manovra: ‘Pronti a dimissioni di massa’