Un drammatico incidente, una collisione in volo tra due aerei nel corso una esercitazione che solo per l’eroismo di uno dei due piloti deceduti non si è trasformata in una sciagura con molti morti.
E’ quanto avvenuto poco prima di mezzogiorno di martedì 7 marzo a Guidonia, centro alle porte di Roma, dove due velivoli del 60° Stormo dell’Aeronautica Militare, per ragioni ancora da accertare, si sono scontrati nella fase che precede l’atterraggio.
A perdere la vita due piloti esperti: il tenente colonnello Giuseppe Cipriano, 47 anni originario di Taranto, ma cresciuto a Montalbano Jonico (Matera), istruttore con 6000 ore di volo all’attivo, e il maggiore Marco Meneghello, nato a Legnago (Verona) 45 anni fa e anch’egli con una lunga esperienza con operazioni fuori dai confini nazionali.
L’impatto in volo è violento: i due mezzi sono precipitati in pochi istanti. Uno è andato a schiantarsi in una zona rurale di Collefiorito di Guidonia, il secondo velivolo, a bordo del quale c’era Meneghello, è caduto in via della Margherita, nel pieno centro abitato. In questo caso il pilota è riuscito a effettuare una manovra disperata, proprio per evitare che il mezzo andasse a finire sulle abitazioni.
“Ha fatto qualcosa per evitarli, li ha schivati – racconta un testimone oculare all’Ansa -. Secondo me, una manovra per graziarci, perché poteva prendere i palazzi”.
Una tragedia che poteva avere, quindi, proporzioni ben più gravi. Il presidente il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato al Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, un messaggio di cordoglio e di “solidarietà e intensa partecipazione al dolore dei congiunti”.
L’Aula del Senato ha ricordato le due vittime con un applauso mentre alla Camera è stato osservato un minuto di silenzio. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha espresso le condoglianze e “la vicinanza di tutta la famiglia della Difesa”.
Su quanto avvenuto la Procura di Tivoli, così come quella Militare, ha aperto un fascicolo di indagine. Il reato ipotizzato dai magistrati ordinari è quello di disastro aereo colposo. Il fascicolo è contro ignoti e i pm hanno affidato l’incarico per le autopsie che verranno effettuate domani. L’attività di indagine sarà svolta dalla polizia che è intervenuta sul luogo dell’incidente assieme ai carabinieri e vigili del fuoco. Sul posto anche specialisti dell’Aeronautica che insieme alle forze dell’ordine hanno messo in sicurezza e circoscritto le aree dell’impatto.
Lo scontro è avvenuto a pochi chilometri dall’aeroporto militare di Guidonia, nell’ambito di una missione addestrativa che vedeva coinvolti anche altri due aerei. “Dalle prime ricostruzioni è ragionevole ipotizzare – spiega il procuratore Francesco Menditto – che il velivolo caduto nella strada sia stato li direzionato dal pilota per recare il minor danno possibile a cose e persone, tanto che i danni sono stati limitatissimi. Diversamente, una precipitazione sugli edifici ai lati della strada avrebbe causato numerose vittime”.
Secondo quanto hanno raccontato i testimoni il velivolo pilotato da Meneghello “è caduto in posizione verticale, come un taglio di coltello” e il militare ha immediatamente gridato aiuto ma in quell’istante il mezzo ha preso fuoco. “Non c’era nulla da fare – hanno spiegato i testimoni oculari -, abbiamo tentato di spegnere le fiamme ma erano troppo alte”.
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