“Vogliamo giocare un ruolo cruciale nella produzione di acciaio pulito, che rispetti non solo le leggi, ovviamente, ma anche l’ambiente e il territorio”. Lo ha detto Adolfo Buffo, direttore generale qualità, ricerca e sviluppo sostenibile di Acciaierie d’Italia, aprendo il workshop “La decarbonizzazione dell’industria siderurgica: un passo avanti”, svolto nello stabilimento di Taranto.
L’iniziativa è organizzata da Acciaierie d’Italia con il patrocinio di Aidic (Associazione italiana di ingegneria chimica), Rina, Università del Salento, Università degli Studi di Bari, Politecnico di Bari, Università di Pisa e “Sapienza” Università di Roma. Presente l’amministratore delegato di Acciaierie d’Italia, Lucia Morselli.
“La differenza con le altre acciaierie d’Europa è che noi oggi abbiamo un vantaggio competitivo perché l’aver realizzato il piano ambientale ci consente di partire in una maniera completa sulla seconda fase, cioè il piano di decarbonizzazione e di riduzione progressiva della CO2 – aggiunge Buffo -. Parlare di decarbonizzazione significa parlare di innovazione, tecnologia, transizione energetica, ricerca di sviluppo, temi di profondo interesse”.
Sulla legislazione europea in materia di decarbonizzazione (dal sistema di scambio delle quote di emissione al meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera) ha relazionato l’ingegner Adolfo Aiello, vicedirettore generale di Eurofer, associazione europea della siderurgia a cui è iscritta anche l’ex Ilva. Al workshop hanno partecipato anche Nextchem, Ordine Ingegneri Taranto, Ori Martin, Paul Wurth, Stellantis, Technip Energies Italia e Tenova.
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