Acciaierie d’Italia non collabora e salta l’annunciata ispezione agli impianti che era stata sollecitata da Adolfo Urso, ministro delle imprese e made in Italy. La visita dei commissari di Ilva in As allo stabilimento siderurgico di Taranto si è interrotta bruscamente dopo un paio d’ore perché i dirigenti dell’azienda, secondo fonti interne, si sarebbero rifiutati di fornire i dati riguardanti la produzione e il magazzino delle materie prime.
L’ennesimo, clamoroso strappo si è consumato nel giorno in cui il Tribunale di Milano ha respinto il ricorso di AdI contro la procedura di amministrazione straordinaria, la cui strada appare ormai spianata.
All’uscita della delegazione (presenti i commissari Antonio Lupo e Francesco Ardito e il dirigente Giancarlo Quaranta) è esplosa la rabbia degli imprenditori dell’indotto aderenti ad Aigi, che manifestavano davanti alla direzione mostrando bidoni di plastica vuoti con impresse due date: il 2015, anno in cui l’Ilva fu commissariata e le imprese persero crediti per 150 milioni, e il 2024, anno in cui si profila nuovamente l’amministrazione straordinaria. Le aziende ora temono di veder svanire crediti che ammonterebbero a circa 140 milioni.
Adolfo Urso, ministro delle imprese e del made in Italy, sottolinea la coerenza della scelta governativa, mentre le sigle metalmeccaniche esprimono preoccupazione per il possibile spegnimento degli impianti e chiedono un intervento tempestivo del Governo. La gravità della situazione è enfatizzata dal segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, che avverte sulla possibile fermata totale degli impianti se il Governo non interverrà rapidamente per salvare l’ex Ilva.
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