MESAGNE- Restano in carcere Gianluca Zito (difeso dall’avvocato Manuel Marchionna del foro di Lecce), Michael Sanfedino (difeso dall’avvocato Agnese Guido), Leonardo Bacile (difeso dall’avvocato Giampiero Iaia) e Roberto Carbone (difeso dall’avvocato Marcello Falcone). Confermati i domiciliari per Luigi Di Dio (difeso dall’avvocato Claudio Ruggiero) e Luca Chirico (difeso dall’avvocato Manuel Marchionna). Il tribunale del riesame di Lecce metterà a disposizione le motivazioni del rigetto entro i prossimi 45 giorni.
Gli indagati, arrestati nell‘operazione “Fire” dei carabinieri del Nor della compagnia di San Vito dei Normanni, sono accusati, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti pluri-aggravata, spaccio e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione illegale di armi, violazione degli obblighi inerenti la sorveglianza speciale di polizia e favoreggiamento personale.
L’indagine, che conta 30 indagati, è stata coordinata dal pm Giovanna Cannarile dalla Direzione distrettuale antimafia di Lecce e sviluppata in piena sinergia con la Dcsa (Direzione centrale per i servizi antidroga del ministero dell’Interno) e avrebbe smantellato una presunta organizzazione criminale dedita al narcotraffico nella città di Mesagne con diramazioni nelle città di Brindisi e San Pietro Vernotico, fino al Veneto.
L’organizzazione in questione si ritiene essere stata in stretto contatto con il noto boss mesagnese Giovanni Donatiello, alias “cinque lire”, capo storico e socio fondatore della Sacra Corona Unita.
Per Simone Tondo, difeso dall’avvocato Raffaele Missere, costituitosi presso il Nor di San Vito dei Normanni nella giornata del 20 febbraio, è stato fissato l’interrogatorio di garanzia davanti al gip Cinzia Vergine per venerdì 25 febbraio.
Tuttavia, all’appello manca un altro indagato, Fabio Ferruccio, assistito dall’avvocato Rosanna Saracino, che dovrebbe trovarsi in Germania e potrebbe essere destinatario di un Mae (mandato d’arresto europeo).
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