SAN VITO DEI NORMANNI – Sono stati celebrati nel pomeriggio i funerali di Sara Viva Sorge, l’infermiera 27enne del San Raffaele deceduta in un tragico sinistro all’alba di martedì.
Il giorno del dolore
Il mesto suono delle campane copriva i pianti dei sui cari, incapaci di dare un perché ad una tragedia infinita. Una tragedia, sì, giunta al triste epilogo nel pomeriggio di mercoledì, quando la bara coperta da fiori bianchi ha varcato la soglia del Paradiso, prima ancora che della chiesa dell’Immacolata di San Vito dei Normanni.
Una tragedia, sì, perché Sara Viva Sorge, l’infermiera del San Raffaele deceduta all’alba di martedì nel sinistro registrato sulla Strada Provinciale 30, era una giovane donna amata da amici e colleghi, da papà Claudio e Mamma Giuseppina, dal fratello Flavio e da nonna Maria. A loro, l’arduo compito di trovare conforto nelle parole di speranza di vita oltre la morte, di un regno dei cieli che appare troppo lontano da quella vita fatta di lavoro e affetti.
La tragedia
Il lavoro, già: quello che Sara aveva cominciato solo 20 giorni prima. Infermiera della Fondazione San Raffaele di Ceglie Messapica, rientrava a casa dopo il turno di notte. Il secondo di fila. Poi, a pochi chilometri dal centro abitato, a ridosso di una curva, la Twingo della ragazza era finita fuori strada, sbattendo contro un palo della pubblica illuminazione.
Una tragedia, sì. Perché nella discreta cerimonia c’era l’evidente traccia di quei valori che Sara, ben voluta da tutti, aveva infuso negli studi, nella professione. In quella voglia di aiutare gli altri. Sempre e comunque. Anche mentre i palloncini volavano in cielo, cercando nei raggi filtrati dalle nuvole una nuova luce. Una nuova vita stretta tra le braccia del Signore. Eppure troppo lontana dalla sua famiglia.
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