PESCHICI- Avrebbero rilasciato concessioni demaniali marittime attraverso la formazione di atti ideologicamente falsi, alterato la procedura di affidamento ed esecuzione di riqualificazione urbana per circa 100mila euro, e avrebbero conferito incarichi professionali per circa 130mila euro sulla base di false attestazioni e dichiarazioni: dodici persone di Peschici sono indagate dai finanzieri del comando provinciale di Foggia.
Si chiama “Trabucco” l’operazione coordinata dalla Procura della Repubblica di Foggia in cui sono state eseguite otto misure cautelari personali (due arresti ai domiciliari e sei interdizioni) nei confronti di pubblici amministratori e incaricati di pubblico servizio del comune di Peschici, nonché di imprenditori e professionisti.
L’applicazione delle misure nei confronti di dipendenti comunali e liberi professionisti
Il gip del Tribunale di Foggia ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di due dirigenti del comune garganico; per i restanti sei indagati è stata applicata la misura interdittiva, per la durata di 12 mesi, dai pubblici uffici o pubblici servizi (per un Dirigente comunale e un Istruttore tecnico comunale), dalla possibilità di contrarre con la Pubblica amministrazione (per due imprenditori) e dall’esercizio della libera professione (per due avvocati).
I reati contestati ai colletti bianchi, imprenditori e avvocati
Il provvedimento cautelare è giunto a conclusione di indagini di polizia giudiziaria che hanno permesso di raccogliere “gravi indizi di colpevolezza” in ordine alla commissione di vari reati contro la Pubblica amministrazione e la Fede pubblica da parte di pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio, imprenditori e professionisti con riguardo al rilascio di concessioni demaniali marittime attraverso la formazione di atti ideologicamente falsi. Alterazione del regolare funzionamento della procedura di affidamento ed esecuzione di lavori di “riqualificazione urbana”, del valore di circa 100mila euro, attraverso sia la produzione di documentazione falsa in sede di gara, sia l’omissione, da parte del Rup, delle dovute verifiche in sede di affidamento di gara e in corso d’opera circa l’effettiva esecuzione delle opere appaltate. Al conferimento di incarichi professionali per circa 130mila euro sulla base di false attestazioni e dichiarazioni e in conflitto con gli interessi dell’Ente locale”.
È stata pertanto avanzata dalla Procura della Repubblica – su proposta degli investigatori – una richiesta di misure cautelari personali nei confronti degli indagati che il gip ha accolto ritenendo sussistenti i gravi indizi di colpevolezza e le esigenze cautelari.
Si rappresenta che il procedimento pende nella fase delle indagini preliminari e che gli indagati non possono essere considerati colpevoli fino alla condanna definitiva.
L’attività di servizio svolta, sotto la direzione e il coordinamento della Procura della Repubblica di Foggia, conferma l’impegno della Guardia di Finanza a tutela degli interessi finanziari dello Stato e degli Enti locali, ed in particolare nel controllo della liceità degli affidamenti di opere pubbliche e servizi professionali da parte degli Enti territoriali.
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