Il diciassette, evidentemente, ha portato male. Dopo quattro mesi e, appunto, diciassette risultati utili consecutivi, il Cerignola si è fermato, lo ha fatto difronte ad un Crotone più in palla, al termine di una settimana di fuoco, fisicamente e psicologicamente logorante.
Un dispiacere che mancava dall’11 novembre scorso, da quel Taranto-Cerignola, terminato 1-0 e poche settimane fa cancellato dagli almanacchi con l’esclusione degli ionici. Quella sera la classifica recitava: -4 dal Benevento, +1 dal Monopoli, +3 dal Potenza, +6 dal Crotone. Diciotto gare dopo, tutto è cambiato: considerate le sottrazioni a tavolino, sono ben 13 le lunghezze di vantaggio sul Benevento, otto sul Monopoli, undici sul Crotone (nonostante la sconfitta) ed addirittura quattordici sul Potenza.
Divario clamoroso, impensabile dopo il k.o. dello “Iacovone”, di lì in poi una crescita a 360°: in quattro mesi la squadra si è plasmata ad immagine e somiglianza del suo condottiero, Giuseppe Raffaele. Ritmo di gioco asfissiante, grandi prestazioni ed una maturità nella gestione dei momenti venuta fuori con le settimane. Nonostante la lunga imbattibilità, infatti, il cammino è stato inizialmente contraddistinto da una serie di pareggi colmi di rimpianti: il pari con l’Altamura, la rimonta subita dalla Juve Next Gen, il beffardo aggancio dell’Avellino al 94’ dello scontro diretto, probabilmente il vero punto di svolta per la cavalcata.
Dalla rasoiata dell’ex De Cristofaro l’Audace ha spiccato il volo: sette vittorie consecutive, sei in trasferta e la conquista della vetta solitaria con la prodezza di Achik a Caserta, gara spartiacque almeno fino allo 0-0 di Picerno che, abbinato al k.o. di Crotone ed ai due punti persi a tavolino sull’Avellino, potrebbe aver aperto agli irpini la possibilità del sorpasso. Un girone intero con numeri da primato, oggi messo in discussione anche da un regolamento penalizzante per gran parte delle partecipanti al Girone C.
Il 30 marzo col Monopoli, dopo una sosta che può essere alleato, che sia primo o secondo posto, servirà ripartire come fatto dopo Taranto, per affrontare quelle che il presidente Grieco ha definito cinque finali. D’altronde l’obiettivo è ancora lì e mister Raffaele ci crede eccome.
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