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Brindisi, Cannalire: ‘Chiusura cracking Eni Versalis ha innescato crisi a catena”

"Desta preoccupazione infatti come la multinazionale americana abbia cambiato repentinamente orientamento sul destino dello stabilimento di Brindisi all’indomani della firma a Roma del protocollo tra Eni e qualche sigla sindacale"

“La crisi del comparto della chimica di base, dopo l’annuncio di Eni Versalis di chiusura del cracking e delle linee produttive ad esso strettamente collegate, rischia di acuirsi e di travolgere altre aziende insediate sul territorio a partire dalla Basell”. Così in una nota il consigliere comunale di Brindisi del Pd Francesco Cannalire: “Desta preoccupazione infatti come la multinazionale americana abbia cambiato repentinamente orientamento sul destino dello stabilimento di Brindisi all’indomani della firma a Roma del protocollo tra Eni e qualche sigla sindacale. Se in un primo momento Basell aveva deciso di mettere sul mercato, per la vendita, l’impianto di Brindisi al fine anche di valorizzare le professionalità e il know-how pluridecennale, inspiegabilmente, ha deciso di revocare questa decisione che apre scenari poco piacevoli. Tale scelta infatti rischia di rappresentare il primo passo verso la chiusura totale dello stabilimento di Brindisi che, anche a causa del disimpegno di Versalis, potrebbe non risultare più performante. Non possiamo permettere che il travolgente effetto domino innescato dalla miope visione del Governo Meloni, controllante di Eni, che ha dato scarsa strategica alla chimica di base sia l’alibi anche di Basell. Le garanzie che la multinazionale aveva dato al tavolo regionale sulla crisi del comparto erano di ben altra natura e per questo auspichiamo l’immediato intervento della task force e di Leo Caroli, affinché si verifichino le reali intenzioni della Basell per il futuro dello stabilimento di Brindisi che tra lavoratori diretti e indotto coinvolge circa 200 unità”.

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