I partigiani la prelevarono il 25 settembre del 1943 e misero fine alle terribili sevizie nella notte tra il 4 d il 5 di ottobre. Norma Cossetto, istriana, uccisa dagli uomini del maresciallo Tito a soli 23 anni è da decenni il simbolo della barbarie che venne praticata contro gli italiani del nord est alla fine del secondo dopoguerra dai partigiani. Appartenuta anche lei a quell’oblio delle pagine di storia per troppo tempo mai raccontare, Norma Cossetto è stata insignita nel 2005 della medaglia d’oro al valor civile dal presidente della Repubblica. E ora anche la città di Lecce ha voluto ricordarla dedicandole una panchina ritinteggiata con i colori della bandiera italiana in piazza Indipendenza, vicino alla grande fontana. L’iniziativa è del gruppo consiliare di Fratelli d’Italia che ha voluto con questo gesto simbolico ricordarne la storia.
Norma venne spogliata e legata ad un tavolo in una stanza di una vecchia caserma. Per giorni si sentirono le sue urla strazianti mentre veniva seviziata e violentata da 17 uomini. Chi c’era la notte tra il 3 e 4 ottobre racconta che venne gettata giù nel buio di quella profonda cavità carsica ancora viva. Quando trovarono il suo corpo, lasciato nudo, aveva le braccia legate con un filo di ferro, il corpo sfregiato, entrambi i seni pugnalati e un pezzo di legno nei genitali. Aveva studiato lettere e filosofia e ottenuto brevi docenze in supplenza
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