Il WWF Taranto, rappresentato dal presidente Gianni De Vincentiis, ha partecipato al Consiglio Comunale monotematico sul progetto del dissalatore del fiume Tara, tenutosi il 3 febbraio 2025. Durante l’incontro, l’associazione ha presentato le osservazioni tecniche e ambientali elaborate dal proprio Comitato Scientifico, in collaborazione con il Comitato per la Difesa del Territorio Jonico.
De Vincentiis ha denunciato le gravi criticità del progetto, che potrebbe avere un impatto devastante sugli ecosistemi del fiume Tara, del Mar Grande e del Mar Piccolo. Secondo l’analisi del WWF, il prelievo idrico previsto, sommato a quelli già esistenti per ex Ilva e consorzio agricolo, comprometterebbe il deflusso minimo vitale, mettendo a rischio specie protette come la lontra (Lutra lutra) e il gambero di fiume (Austropotamobius pallipes).
Un altro punto critico è lo scarico della salamoia nel Mar Grande, che, pur avendo una salinità inferiore rispetto a quella prodotta dai dissalatori marini, potrebbe alterare gli equilibri chimici e biologici delle acque costiere, con conseguenze imprevedibili sulla biodiversità e sulla mitilicoltura.
Critiche alla procedura autorizzativa
Il WWF contesta anche la procedura di approvazione del progetto. La Conferenza dei Servizi ha dato il via libera nonostante i pareri negativi di enti fondamentali, tra cui il Ministero della Cultura. “Il problema non è la scarsità d’acqua, ma la sua gestione”, ha dichiarato De Vincentiis, sottolineando che la Puglia perde oltre il 50% dell’acqua immessa nella rete idrica a causa di perdite e infrastrutture obsolete.
Secondo il WWF, investire nel recupero delle perdite e nel riutilizzo delle acque reflue sarebbe una soluzione più sostenibile ed efficace rispetto alla costruzione di un dissalatore dai costi elevati e dagli impatti ambientali pesanti. “Rischiamo di costruire l’ennesima cattedrale nel deserto”, ha avvertito il presidente.
L’associazione, insieme al Comitato per la Difesa del Territorio Jonico, continuerà a monitorare la situazione per tutelare il territorio e le sue risorse naturali, opponendosi a decisioni dettate da logiche economiche di breve termine.
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