Il Ministero dell’Ambiente ha inviato due diffide allo stabilimento di Taranto, gestito da Acciaierie d’Italia in regime di commissariamento, per superamenti dei limiti di ossido di azoto e benzene, oltre che per fenoli e cianuri negli scarichi idrici. La notizia è emersa durante l’audizione odierna della quinta commissione regionale a Bari, presieduta dal consigliere Michele Mazzarano.
“In Puglia si attende ancora il rinnovo dell’autorizzazione integrata ambientale e l’assegnazione dello stabilimento siderurgico a nuovi privati”, si legge in una nota ufficiale.
All’audizione hanno partecipato, tra gli altri, l’assessora regionale all’Ambiente Serena Triggiani, Vito Bruno (direttore generale Arpa Puglia), Anna Maria Moschetti (presidente della Commissione Ambiente dell’Ordine dei Medici di Taranto), Alessandro Marescotti di Peacelink, rappresentanti di Wwf, Legambiente e del gruppo Genitori Tarantini.
Secondo la Asl di Taranto, “non sono emersi elementi di criticità imminente per la salute pubblica, ma il monitoraggio resta continuo per ridurre i rischi”. Tuttavia, Moschetti ha sottolineato preoccupanti dati sulla salute: “A Taranto è documentato il nesso tra inquinamento e patologie. La mortalità per malattie cardiovascolari e respiratorie è alta, con un aumento del tasso già riscontrato. Si osservano effetti sul sistema nervoso centrale e una correlazione tra inquinanti e disturbi dello spettro autistico nei bambini”.
Il Wwf di Taranto ha denunciato la situazione stagnante: “Dopo decenni di lotte e promesse, siamo al punto di partenza. Taranto ha già pagato un prezzo altissimo”.
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