Fissato per il 21 febbraio il processo ai cinque familiari di Natasha Pugliese, la 23enne di Cerignola deceduta il 4 settembre 2024 dopo un intervento chirurgico al policlinico Riuniti di Foggia. Gli imputati – il padre, la sorella, due fratelli e uno zio – sono accusati di aver aggredito e picchiato il personale sanitario dopo aver appreso del decesso. La decisione è stata presa questa mattina al termine dell’udienza preliminare. Il processo si svolgerà con rito ordinario davanti al giudice monocratico Gloria Carnevale.
Il policlinico Riuniti si è costituito parte civile. La procura, rappresentata dal pm Paola De Martino, ha chiesto il rinvio a giudizio per lesioni a personale sanitario, minacce e interruzione di pubblico servizio. I cinque imputati, difesi dall’avvocato Francesco Santangelo, avrebbero partecipato all’aggressione che costrinse il personale a barricarsi per sfuggire alla furia di una cinquantina di persone giunte da Cerignola.
Le indagini hanno circoscritto le responsabilità a cinque persone, rinviate a giudizio. A peggiorare la situazione, un video pubblicato dalla sorella della vittima, in cui la donna rivendicava l’aggressione, paragonandola a episodi di “Gomorra” e attribuendo il decesso a presunti errori medici.
Parallelamente, prosegue l’indagine per omicidio colposo che coinvolge 20 tra medici e operatori sanitari del policlinico. Nell’inchiesta figura anche il nome del giovane che il 18 giugno 2024 investì Natasha mentre era su un monopattino. Decisivi saranno gli esiti dell’autopsia, al momento non ancora depositati.
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