Il Governo italiano è impegnato per ottenere la liberazione di Cecilia Sala, la giornalista arrestata il 19 dicembre e detenuta in un carcere di Teheran. Secondo il ministro degli Esteri Antonio Tajani, Sala “è in buona salute e si trova in cella da sola”. La premier Giorgia Meloni invita alla “massima cautela e discrezione” nella gestione del caso.
Nel frattempo, gli Stati Uniti hanno formalizzato la richiesta di estradizione per Mohammad Abedini Najafabadi, cittadino iraniano di 38 anni, arrestato il 16 dicembre a Malpensa con l’accusa di terrorismo. L’uomo è detenuto nel carcere di Opera, e il suo caso sarebbe collegato all’arresto della giornalista. La decisione sulla sua estradizione passa ora alla Corte d’Appello e successivamente al ministero della Giustizia.
La Procura italiana ha aperto un’indagine sulle modalità dell’arresto di Abedini, che respinge le accuse. Anche un altro cittadino iraniano, fermato a Boston, si è dichiarato non colpevole.
Sui social cresce il sostegno a Cecilia Sala con l’hashtag #FreeCecilia, ma non mancano attacchi e accuse: alcuni hater la definiscono “una spia sionista”. Il padre della giornalista, intervistato dall’ANSA, ha espresso gratitudine: “Grazie per l’attenzione su mia figlia”.
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