2024, un anno indelebile, che resterà tatuato per sempre nella storia dell’Altamura. L’anno del ritorno storico in terza serie, per la primissima volta in Serie C unica visti i precedenti in C2. L’anno dei cambiamenti, dell’atteso restyling dello stadio D’Angelo, rimesso a nuovo per il professionismo. Andiamo però per ordine.
Gennaio comincia con cinque pareggi ed una sola vittoria in sei gare di campionato, un rallentamento che non scalfisce il primato biancorosso, certificato dal successo di misura nello scontro diretto di Nardò, utile a ristabilire le distanze. Da una salentina all’altra, da quel 25 febbraio un autentico dominio dei ragazzi di Giacomarro, fino allo storico 21 aprile, data scolpita nel cuore dei tifosi dell’Altamura: Gallipoli liquidato in un “D’Angelo” stracolmo come non lo si vedeva da anni, 2-1 e sette punti di vantaggio sul Martina secondo, e quindi aritmetica promozione in Serie C con due giornate d’anticipo. Festa in tutta la città, che attendeva da generazioni di tagliare un traguardo sportivo del genere. Il tutto grazie alle magie di Nicola Loiodice, protagonista di una stagione da record, per lui sedici gol e dodici assist, tutti decisivi. Senza dimenticare l’apporto fondamentale di gente come Lattanzio, Saraniti, Dipinto, Bolognese e Petta.
Il salto di categoria comporta sacrifici, ansie e qualche intoppo. Saluta il condottiero Giacomarro, arrivano Di Donato e Grammatica, da subito in simbiosi per allestire una rosa giovane e tutta nuova: Dipinto, Grande e Molinaro unici superstiti della cavalcata. Un mercato economicamente condizionato, però, dal problema stadio, vera tegola per il club murgiano che, visti i ritardi nei lavori al “D’Angelo”, avviati poi a settembre, opta per la scelta onerosa di disputare le prime gare casalinghe al San Nicola, scelta divisiva e che, alla lunga, porterà agli addii degli storici dirigenti Squicciarini e Continisio. L’avvio di stagione è più complicato del previsto, quattro sconfitte nelle prime quattro, soli sette punti in nove giornate. Col k.o. di Catania del 12 ottobre però scatta qualcosa, la posizione di mister Di Donato resiste e la squadra cambia pelle: due mesi da sogno, nove risultati utili in dieci gare, tra cui la storica qualificazione ai quarti di finale di Coppa Italia di C, poi persi contro il Rimini. Il 13 dicembre il ritorno al “D’Angelo”, rimesso a nuovo in novanta giorni, chiosa di un anno straordinario. Nella nuova casa tre sconfitte di fila che non scalfiscono quanto di buono fatto dalla matricola murgiana, nel 2025 chiamata, innanzitutto, a conquistare la permanenza in Serie C.
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