La Corte d’Appello di Roma ha confermato la condanna dell’Inail al pagamento di un indennizzo di 15mila euro per malattia professionale, riconosciuta a un ex dipendente del Poligrafico dello Stato di Foggia, affetto da placche pleuriche causate dall’esposizione prolungata all’amianto. Inoltre, l’Inps è stata obbligata ad adeguare la posizione lavorativa del lavoratore.
La vicenda riguarda un uomo di 63 anni che, tra il 1982 e il 2002, è stato impiegato nello stabilimento foggiano come “Perito Chimico Cartaio”. Durante quel periodo, l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato operava come ente pubblico economico sotto la vigilanza del Ministero del Tesoro, prima della sua privatizzazione.
Nell’impianto di produzione, l’amianto era largamente utilizzato per il trattamento della cellulosa e la produzione di cloro tramite celle elettrolitiche, dove il separatore era costituito proprio da materiale contenente la fibra killer. Le operazioni di apertura e manipolazione dei sacchi di amianto avvenivano in ambienti privi di sistemi di aspirazione, creando condizioni di lavoro estremamente pericolose.
L’uomo, impiegato in laboratorio e nei trattamenti termici, era costantemente a contatto con guanti, tubi e caldaie in amianto, esponendosi per 18 anni ai rischi di questa sostanza.
A rappresentare il lavoratore nella causa è stato l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, che ha comunicato la notizia della sentenza, definendola un importante riconoscimento dei diritti dei lavoratori esposti all’amianto.
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