CEGLIE MESSAPICA – La Fondazione San Raffaele, sentendosi diffamata, ha avviato nei confronti dell’assessore regionale Fabiano Amati il procedimento giudiziario per ottenere il risarcimento del danno. È questo l’ultimo step della intricata vicenda che ha visto la Asl di Brindisi subentrare alla Fondazione nella gestione del centro di riabilitazione di Ceglie Messapica. E come da recente tradizione, la faccenda viene raccontata attraverso il più classico dei botta e risposta mezzo comunicato
La notizia della richiesta del risarcimento del danno è stata battuta proprio da Amati, promotore della Legge regionale che, di fatto, ha permesso il subentro del pubblico dopo oltre due decenni di gestione privata.
Centro di riabilitazione, la nota di Amati
“La Fondazione San Raffaele – avvisa l’assessore – ha avviato il procedimento giudiziario per richiedermi il risarcimento del danno da diffamazione. Il mondo gira al rovescio. E poiché non m’intimidiscono, devono sapere che depositerò al Giudice tutti gli atti in mio possesso, a cominciare da quelli depositati presso la Procura della Repubblica di Brindisi, per raccontare ventiquattro anni di gestione senza alcuna gara, pagamenti oltre i tetti, le testimonianze del personale, dei dirigenti regionali e ASL e dei familiari dei malati che non ci sono più. Un’imponente documentazione in grado di dimostrare che in quella vicenda è stato diffamato il senso dell’umano. La Fondazione San Raffaele si stupisce, evidentemente, di aver trovato una Regione che fa il proprio dovere e Consiglieri regionali che pongono al centro delle loro attività i cittadini amministrati. Non so come loro sono abituati in altri contesti e nemmeno vorrei saperlo. So solo che molti di noi, in Puglia, provano a non inchinarsi dinanzi a nessuno, portando scandalo nella coscienza.”
San Raffaele, la nota della Fondazione
“In merito all’ennesima nota stampa dai toni minacciosi dell’assessore Fabiano Amati nei confronti della Fondazione San Raffaele – questa la risposta della Fondazione – il Presidente Sergio Pasquantonio precisa:
“Ci siamo rivolti al giudice come è legittimo e costituzionale e questo sembra aver suscitato grande preoccupazione nell’Assessore, teme forse le ombre del passato? Ora invoca la magistratura, la stessa sulla quale per mesi ha sentenziato non accettando le disposizioni del TAR. Parla di giustizia ma poi non si attiene alle decisioni che da essa scaturiscono. Anziché occuparsi del suo bilancio che pone la Regione Puglia in una situazione di impasse senza precedenti continua ad occuparsi di sanità e della salute, a detta sua, dei cittadini. E allora che lo facesse per davvero. Senza voltarsi dall’altra parte dinanzi agli scandali continui che mettono quotidianamente la Puglia al centro delle cronache nazionali. Perché solo la Fondazione? E’ un capriccio, un dispetto, una questione personale legata non sappiamo a cosa? Perché se così fosse sarebbe ancora più grave considerato il ruolo che attualmente ricopre. Oltre che scandaloso per la sua di coscienza”.
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