Taranto, alienazione parentale: confermata condanna a nota professionista

La donna, secondo quanto emerso nel processo, avrebbe per anni impedito al padre di avere rapporti con la figlia, ricorrendo a numerosi stratagemmi

La Corte d’Appello di Taranto, sezione penale, presieduta dal giudice Paola Incalza, ha confermato ieri (giovedì 19 dicembre) la condanna inflitta in primo grado dal Tribunale di Taranto a una nota professionista del settore medico, accusata di alienazione parentale nei confronti dell’ex marito, un dirigente scolastico della città.

La donna, secondo quanto emerso nel processo, avrebbe per anni impedito al padre di avere rapporti con la figlia, ricorrendo a numerosi stratagemmi per ostacolare qualsiasi contatto. Tra gli episodi contestati, l’ingresso della bambina a scuola da accessi secondari, il nascondimento sotto i sedili dell’auto e l’utilizzo di un documento falso su una misura cautelare revocata oltre dieci anni prima per impedire al padre di avvicinarsi. Anche durante una recita natalizia, la donna avrebbe fatto allontanare la figlia per evitare un incontro con il padre, presente tra il pubblico.

La condanna, che prevede nove mesi di reclusione e il risarcimento danni all’ex marito, costituitosi parte civile tramite l’avvocato Mimmo Lardiello, conferma la gravità delle condotte di alienazione messe in atto. La quantificazione del risarcimento sarà definita in separata sede.

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