La Basilicata piange per Gerardo e Franco nel giorno dei funerali

Volti ancora increduli, espressioni di smarrimento. Lacrime che scivolano sui volti cercando nella retorica che accompagna ogni singola vita persa sul lavoro delle risposte che non colmeranno mai il vuoto lasciato da morti ingiuste. A distanza di diversi giorni da quel 9 dicembre, quando un’esplosione nel sito Eni di Calenzano – in provincia di Firenze – costò la vita a cinque lavoratori, due dei quali erano dei trasfertisti lucani, il 50enne Franco Cirelli di Cirigliano, in  provincia di Matera e Gerardo Pepe, di 45 anni di Sasso di Castalda, nel potentino, le due comunità hanno dato il loro ultimo saluto a due loro figli, fratelli e padri.

Sasso di Castalda si è stretta nel rigoroso riserbo chiesto dalla famiglia di Gerardo di un dolore che diventa collettivo e che prova ad essere esorcizzato dal lungo applauso che ha accompagnato l’uscita del feretro nella chiesa dedicata all’Immacolata Concezione.

”Diamo l’estremo saluto a Gerardo chiediamo il conforto al signore e alla vergine maria che ci dia la forza come comunità cristiana”, ha detto il parroco di Sasso, don Giovanni Conte all’inizio della cerimonia funebre in un luogo di culto troppo piccolo per ospitare i tanti concittadini di Gerardo accorsi per rendergli un ultimo saluto.

“Non sia turbato il vostro cuore, oggi dappertutto vorremmo essere ma non qui non a celebrare una messa di sepoltura per gerardo – ha aggiunto il parroco -. Il lutto cittadino significa che la scomparsa di questo lavoratore ci coinvolge tutti. È difficile ma di fronte alla morte non siamo chiamati a campare di ricordi”.

Un monito è arrivato poi dall’altare.

“Delle domande sono necessarie – ha detto don Giovanni –  perché è necessario che in un paese che si dice avanzato dobbiamo registrare tanti infortuni sul lavoro? C’è bisogno a mio parere di una adeguata legislazione e meccanismi di controllo affinché le leggi vengano applicate. Occorre comprendere che i costi della sicurezza sono i veri investimenti per imprenditori, committenti e lavoratori. Non si può risparmiare e speculare sulla vita degli altri”, ha concluso.

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