TARANTO – In un’operazione coordinata dalla Direzione distrettuale Antimafia di Lecce, i Carabinieri hanno eseguito 21 misure restrittive nelle province di Taranto, Bari, Brindisi, Lecce, Foggia e Cosenza. Gli arresti, emessi dal gip di Lecce, riguardano 11 persone condotte in carcere e 10 ai domiciliari, tutte accusate di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
All’operazione hanno partecipato circa 100 militari del comando provinciale di Taranto, supportati dal Nucleo Cinofili di Modugno e Potenza, dallo squadrone eliportato Cacciatori “Puglia” e dal sesto Nucleo Elicotteri. L’intervento rappresenta un duro colpo al narcotraffico nella zona.
L’inchiesta, sviluppatasi dal maggio 2022 fino ai primi mesi del 2023, ha svelato un’organizzazione ben strutturata con ruoli precisi per ciascun indagato.
Il servizio di Gianmarco Sansolino
Le accuse
Le imputazioni principali riguardano il reato di associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, aggravato dalla disponibilità di armi e dalla presenza di numerosi partecipanti. Oltre al traffico di droga, emergono accuse di intestazione fittizia di società, utilizzate per riciclare i proventi delle attività illecite.
Tra i principali indagati figurano:
Al vertice del sodalizio, secondo le indagini, c’erano tre componenti della stessa famiglia: il padre Giovanni Leone, 64 anni, e i figli Cosimo e Vincenzo Leone, rispettivamente di 23 e 40 anni, definiti “promotori e organizzatori” dell’attività illecita. Marco Pipino ed Emanuele Darimadea, attivi come corrieri per il trasporto della droga.
Le modalità operative
Secondo quanto emerso dalle indagini, il gruppo operava attraverso una rete capillare di custodi, corrieri e pusher, incaricati della distribuzione delle sostanze stupefacenti, prevalentemente cocaina ed eroina, nelle aree di Taranto e provincia. In alcuni casi, venivano utilizzate abitazioni private come basi per la lavorazione e lo stoccaggio della droga. I promotori dell’associazione si avvalevano inoltre di società intestate a prestanome per mascherare i profitti illeciti.
Le prove raccolte
Le accuse sono supportate da intercettazioni telefoniche e ambientali, nonché da sequestri di sostanze stupefacenti e armi. L’inchiesta si basa su due informative principali redatte dai carabinieri di Taranto, che documentano con dovizia di particolari le attività del gruppo e i singoli episodi delittuosi.
Dettagli sui ruoli e le responsabilità
L’organizzazione era composta da diverse figure chiave, tra cui:
– Custodi: incaricati di stoccare le sostanze stupefacenti in luoghi sicuri.
– Corrieri: responsabili del trasporto delle sostanze tra fornitori e spacciatori locali.
– Pusher: attivi nella distribuzione al dettaglio.
Tra gli episodi più significativi
– La cessione di oltre 2 kg di eroina in tre occasioni tra maggio e giugno 2021.
– La detenzione di armi clandestine, tra cui una pistola con matricola abrasa e proiettili.
– Operazioni di consegna e custodia della droga in vari punti della città, con quantitativi fino a 1 kg per singola transazione.
Conclusioni e prossimi passi
L’inchiesta rappresenta un colpo significativo alla criminalità organizzata di Taranto, grazie a una capillare attività investigativa durata oltre un anno. Il giudice per le indagini preliminari ha sottolineato la gravità degli indizi raccolti e la complessità della struttura associativa. Ora spetterà al processo accertare le responsabilità degli indagati.
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