Un’evasione studiata nei minimi dettagli si è trasformata in un fallimento per il boss della mafia garganica, Marco Raduano, evaso dal carcere di Nuoro il 24 febbraio 2023. Dopo essersi calato con un lenzuolo dal muro di cinta del carcere di Badu ’e Carros, Raduano non ha trovato la staffetta pronta a portarlo fuori dalla Sardegna.
Il piano, orchestrato da Marco Rinaldi, parente del boss, prevedeva l’intervento di Daniele Peron, originario di Mestre, che avrebbe dovuto prelevare Raduano. Tuttavia, un controllo straordinario predisposto dal questore di Nuoro, Alfonso Polverino, ha fermato Peron nei pressi del carcere, costringendolo a desistere e a lasciare l’isola quella stessa sera.
Questi dettagli emergono all’indomani dell’operazione della Direzione Distrettuale Antimafia di Cagliari, che ha portato a 21 arresti tra Sardegna, Puglia, Veneto e Corsica. Tra gli arrestati figurano Rinaldi e Peron, accusati di favoreggiamento personale e procurata inosservanza di pena con l’aggravante di agevolare il clan mafioso di Raduano. Coinvolto anche un agente penitenziario di Nuoro, Salvatore Deledda, insieme ad altri complici, tra cui corsi e veneti, che hanno facilitato la latitanza del boss.
Dopo l’evasione, Raduano si è rifugiato per alcuni giorni a Bitti e successivamente per quattro mesi in una tenda nelle campagne di Padru, prima di fuggire in Corsica e poi in Spagna. La sua libertà si è conclusa nel febbraio scorso, quando è stato catturato in Corsica dopo il precedente arresto del suo braccio destro, Gianluigi Troiano.
L’indagine, coordinata dalla Dda di Cagliari in collaborazione con Bari, ha smantellato una rete criminale legata al traffico e spaccio di droga, mettendo fine alla latitanza del boss e colpendo duramente il clan foggiano.
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