La gup di Bari Rossana de Cristofaro ha assolto “per non aver commesso il fatto” Sabino Capriati, figlio di Raffaele (ucciso la sera del primo aprile scorso nel quartiere Torre a Mare di Bari), dall’accusa di detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti. La gup ha condannato a un anno e otto mesi di reclusione, per la stessa accusa, il 28enne coimputato Onofrio Lorusso, nei cui confronti è stata anche disposta una multa di 4mila euro. I fatti per cui i due erano finiti a processo risalgono al 27 aprile 2020: nel corso di un controllo, le forze dell’ordine trovarono in una moto – sottoposta a fermo amministrativo – intestata a Capriati sei buste di cellophane (su due delle quali erano state rilevate le impronte digitali di Lorusso) contenenti oltre 400 grammi di marijuana e quattro di cocaina. Un quantitativo che, “tenuto conto del peso lordo complessivo”, come si legge nel capo d’imputazione, “appariva destinato a uso non personale”. I due imputati erano entrambi difesi dall’avvocato Donato Colucci, le motivazioni della sentenza saranno depositate in 60 giorni. Capriati, ancora in carcere per altra causa, è uno dei rampolli dell’omonimo clan di Bari vecchia. Suo padre Raffaele (detto ‘Lello’), nipote del capoclan Antonio, fu ucciso la sera di Pasquetta mentre si trovava in macchina con una donna. Nel 2022 era tornato in libertà dopo aver trascorso 17 anni in carcere per l’omicidio di Michele Fazio, il 15enne ucciso per errore nel 2001 a Bari vecchia. Un altro fratello di Raffaele, Domenico Capriati, fu invece ucciso nel 2018 con dodici colpi di mitraglietta: per il suo omicidio in due, Maurizio Larizzi e Domenico Monti, sono stati recentemente condannati all’ergastolo.
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