Allarme nei mari di Gallipoli per il ritrovamento del pesce scorpione orientale, una specie tossica e vorace originaria del Mar Rosso e dell’Oceano Pacifico, giunta sulle coste pugliesi attraverso il Canale di Suez. La denuncia arriva dalla Coldiretti Puglia, che segnala una vera invasione di specie aliene nei mari e nei campi, aggravata dai cambiamenti climatici e dalla globalizzazione.
Il pesce scorpione, dotato di spine velenose che lo rendono privo di predatori naturali, non è l’unico pericolo. Al suo fianco, il “granchio blu”, predatore devastante degli allevamenti di vongole e cozze, e il parrocchetto monaco, che attacca frutta e mandorle nei campi, rappresentano minacce crescenti. La situazione è aggravata da insetti come la Drosophila Suzukii, che distrugge ciliegie e frutti, e batteri come la Xylella, che ha già seccato 21 milioni di ulivi pugliesi, causando danni incalcolabili al paesaggio e all’economia agricola.
I cambiamenti climatici sono un fattore chiave: con temperature in costante aumento, la Puglia è sempre più esposta a invasioni di specie esotiche provenienti dall’estero. Coldiretti sottolinea l’urgenza di misure preventive più stringenti a livello nazionale ed europeo, chiedendo il rafforzamento dei controlli alle frontiere e il supporto alle imprese agricole con tecnologie innovative come droni e genetica green.
Sotto accusa anche le politiche europee, giudicate troppo permissive verso l’importazione di materiale vegetale potenzialmente infetto. Per fronteggiare l’emergenza, Coldiretti propone la creazione di una task force dedicata per prevenire ulteriori disastri ambientali ed economici.
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