BARI – Dopo la morte di Christian Di Gioia, il 27enne deceduto la notte tra 21 e 22 giugno 2023 in seguito a una caduta dalla moto nel quartiere Japigia di Bari, avrebbero insultato l’Arma dei carabinieri con post e messaggi sui social. Offese, in molti casi, rivolte in particolare a un militare, accusato di aver speronato la moto su cui viaggiava la vittima e di far uso di sostanze stupefacenti. La Procura di Bari ha chiuso le indagini nei confronti di 13 persone, tra cui la madre e il fratello della vittima, indagate a vario titolo per vilipendio alle forze armate, oltraggio ai carabinieri e istigazione a delinquere. Gli indagati sono quasi tutti di Bari e provincia, ma ci sono anche due toscani che, commentando su TikTok un video in cui veniva riportata la notizia dell’incidente, avrebbero scritto: “Tanto come sempre… se hanno colpa gli sbirri abbuiano tutti”.
Nell’indagine coordinata dalla pm Silvia Curione erano inizialmente coinvolti altri sette, tra cui Eugenio Palermiti (nipote omonimo del capoclan del quartiere Japigia), per il quale è stata chiesta l’archiviazione. Tra le persone offese compaiono il corpo dei carabinieri, il comando di Bari scalo e lo Stato italiano, ma non il militare interessato, che non ha presentato denuncia. Le indagini della Procura accertarono il mancato coinvolgimento dell’auto dei carabinieri nell’incidente. Dopo i funerali, un corteo di moto scortò il feretro di Di Gioia dal quartiere Japigia al cimitero, passando anche contromano sotto il carcere di Bari. Per quest’ultima vicenda in 10 sono imputati all’udienza preliminare per blocco stradale aggravato dal metodo mafioso e hanno chiesto di essere giudicati con rito abbreviato.
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