BARI – Non una tangente ma un “omaggio”. L’avrebbe definita così Cataldo Perrone – imprenditore ai domiciliari da martedì scorso nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Bari sulle presunte tangenti in cambio di appalti nella AslBa – la fornitura di una porta blindata, porte interne ed elementi di arredo del bagno a casa di Nicola Iacobellis, il funzionario dell’azienda sanitaria che avrebbe orchestrato il sistema di turbativa d’asta e corruzione.
L’imprenditore ha risposto alle domande del gip. L’accusa è di corruzione e falso per un appalto bandito dalla Asl di Bari nel 2023. Perrone è uno dei quattro indagati ai domiciliari. Sei persone invece sono finite in carcere (per uno degli indagati, Ignazio Gadaleta, la misura è stata convertita con i domiciliari). A Perrone è contestato un episodio di corruzione per un appalto da oltre 362mila euro relativo alla sostituzione delle canne fumarie della centrale termica dell’ospedale Di Venere di Bari. Per l’accusa, avrebbe consegnato all’ex funzionario Asl Iacobellis (in carcere) e alla moglie Paola Andriani (ai domiciliari) “utilità consistite nel pagamento di vari articoli”. ha ammesso di aver consegnato questi articoli ma ha sottolineato di averlo fatto a titolo di “omaggio”, anche “inopportuno”, escludendo collegamenti con accordi illeciti. Il suo avvocato, Mario Malcangi, ha chiesto la revoca della misura cautelare o l’interdizione dall’attività. Dopo l’arresto, Perrone si è dimesso dalla srl Perrone Global Service. Nelle scorse ore ci sono stati anche gli interrogatori di garanzia di Paola Andriani, dell’imprenditore Nicola Murgolo e dell’agente di rappresentanza Giuseppe Rucci: i tre si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.
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