In un intervento carico di emozione e determinazione, il magistrato Gianpiero Errede ha rivelato la sua decisione di affrontare una situazione che mai avrebbe immaginato di dover combattere. Le sue parole risuonano come un grido di denuncia contro l’offesa gratuita e ingiustificata della dignità delle persone. In un contesto in cui la credibilità della giustizia è messa in discussione, Errede ha scelto di non rimanere inerte di fronte a un attacco che proviene da chi, per ruolo, dovrebbe proteggere i diritti fondamentali.
“Mai avrei pensato di combattere in tutte le sedi contro rappresentanti delle istituzioni e soprattutto contro miei colleghi”, ha dichiarato il giudice. Queste parole esprimono il profondo disagio di un professionista che si trova a dover confrontarsi con colleghi e istituzioni che tradiscono i principi di rispetto e dignità che dovrebbero essere alla base della giustizia. La sua decisione di intraprendere un giudizio civile di responsabilità nei confronti di magistrati che hanno offeso la sua reputazione è un atto non solo di difesa personale, ma un segnale forte e chiaro contro ogni forma di discriminazione.
Con l’assistenza dell’Avv. Roberta Altavilla, Errede ha voluto “accendere un faro su questa vergognosa vicenda dell’offesa omofoba e sessista”. La scelta di rendere pubblica la sua battaglia ha un significato profondo: non si tratta solo di un attacco personale, ma di una questione che coinvolge la dignità e i diritti di tutti.
Il giudice ha espresso il suo “grande dolore” per la situazione, ma ha anche manifestato un’indomita volontà di continuare a credere nella giustizia. “In un’epoca in cui la credibilità della giustizia è ai minimi storici”, ha aggiunto, evidenziando quanto sia cruciale lavorare per ripristinare la fiducia nelle istituzioni. La sua lotta non è solo per sé stesso, ma per tutti coloro che si trovano in situazioni simili, che subiscono attacchi e discriminazioni senza ricevere la protezione che meritano.
La sua dichiarazione è un richiamo all’azione per tutti coloro che credono nei diritti umani e nella dignità di ogni persona. La sua battaglia, che affronterà fino alla fine, non è solo una questione di giustizia personale, ma un impegno per un futuro in cui il rispetto e l’uguaglianza siano garantiti a tutti, senza eccezioni. A torto o a ragione, la sua lotta è un esempio di coraggio e integrità in un mondo che ha bisogno di entrambe.
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