Un incubo degno di un film horror o di un romanzo di Stephen King. Questo è quanto emerge dall’ordinanza di custodia cautelare con cui il G.I.P. di Taranto ha disposto l’arresto nei confronti di Vincenzo Ciaccia, 42enne tarantino, già detenuto per altre cause. Secondo il giudice delle indagini preliminari l’uomo avrebbe inscenato atti persecutori nei confronti dell’ex fidanzata, anche lei residente nel capoluogo ionico, minacciandola verbalmente e aggredendola varie volte.
La ricostruzione
Stando a quanto riportato nella ricostruzione effettuata dalla polizia giudiziaria, la donna avrebbe subìto percosse fisiche, danni alle sue proprietà e violenza verbale. Il procedimento penale fonda le sue radici sulla prima testimonianza dell’ex fidanzata di Ciaccia, effettuata nel 2023 presso la Questura di Taranto, dove era accorsa in stato di agitazione e in lacrime. Il 14 ottobre dello scorso anno, infatti, i pubblici ufficiali avrebbero notato escoriazioni sul fianco e tagli sul braccio destro della donna. Quest’ultima si sarebbe recata presso gli Uffici della Questura accusando Ciaccia di averle procurato le ferite, percuotendola con calci e pugni, dopo aver sfondato la porta dell’abitazione a calci.
Non sarebbe stato il primo episodio in cui l’uomo avrebbe mostrato violenza e acredine nei confronti dell’ex fidanzata. Tuttavia, in preda ai timori per la sua incolumità, la donna avrebbe scelto di non sporgere denuncia, ammettendo però ulteriori episodi brutali: attacchi contro la sua persona e la sua abitazione, i quali avrebbero allarmato la presunta vittima, fino a spingerla ad indurre Ciaccia a curare la sua tossicodipendenza.
La veemenza e l’astio di Ciaccia nei confronti della donna non si sarebbero affievoliti nemmeno con l’arresto dell’uomo, colpito da custodia cautelare lo scorso aprile per altri reati. Dopo l’esecuzione della misura preventiva, infatti, il 42enne avrebbe continuato a chiamare e ad inviare messaggi dai toni minatori all’ex fidanzata, utilizzando diverse utenze: parole dal contenuto truce e aggressivo, rivolte non solo alla donna, ma anche alla madre e al cognato, quest’ultimo poi malmenato da soggetti non identificati. Nei messaggi Ciaccia avrebbe minacciato di morte lei e i suoi parenti, accusandola di intrattenere relazioni con altri uomini.
La denuncia
Una situazione culminata nell’inevitabile denuncia dello scorso maggio. La querelante avrebbe fornito dettagli inerenti la relazione avuta con l’uomo, nella quale quest’ultimo avrebbe sempre avuto un atteggiamento “burbero e violento”, costringendola anche a ricevere le cure dei Sanitari del Pronto Soccorso di Taranto. Presso il nosocomio ionico le sarebbero state diagnosticate lesioni personali guaribili in 5 giorni. La scelta di denunciare l’ex fidanzato sarebbe stata dettata dall’incendio che ha colpito la sua automobile, di cui avrebbe ritenuto responsabile proprio il Ciaccia. Nelle motivazioni poste alla base della misura cautelare, il GIP ha rilevato come persistano gravi indizi di colpevolezza nei confronti del tarantino, il quale si sarebbe servito di “almeno due esecutori materiali”.
I comportamenti dell’uomo avrebbero costretto la donna ad “alterare le proprie abitudini di vita”, per via di un “perdurante e grave stato di ansia e di paura”. I requisiti ricalcherebbero la fattispecie indicata dall’art.412 bis del codice penale. L’attuale stato di detenzione di Ciaccia, rileva il giudice per le indagini preliminari, non impedirebbe la configurabilità “né del pericolo di fuga, né di reiterazione del reato”. L’agitazione della donna per la propria incolumità fisica, dettata anche dalla necessità di proteggere il figlio minorenne, avrebbe spinto il GIP a disporre un’ulteriore misura cautelare verso l’indagato, anche questa volta mediante la detenzione in carcere.
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