È di Taranto la presunta mente del sistema di appalti truccati dell’ASL di Bari. Si tratta di Nicola Sansolini, 64 anni, già responsabile dell’area “Gestione Tecnica” dell’azienda sanitaria locale e dirigente dell’U.O.C. “Ingegneria Clinica”.
Stando a quanto emerso nell’ordinanza del GIP, Sansolini avrebbe alterato il regolare svolgimento delle gare d’appalto, favorendo imprenditori amici. Secondo le indagini effettuate dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza, il pubblico ufficiale si sarebbe più volte “avvalso di maestranze” messe a disposizione dall’amministratore di un’impresa candidata al bando inerente l’adeguamento, secondo le norme antincendio, della sede di neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza dell’ASL di Bari. Gli investigatori ipotizzano che Sansolini avrebbe sfruttato il suo ruolo di presidente della Commissione di gara per condizionarne l’esito.
Mazzette per pilotare i bandi
Al centro dell’inchiesta figurano diversi bandi in cui, secondo gli inquirenti, il dirigente tarantino avrebbe svolto un ruolo di primo piano per garantire maggiori guadagni ad altri imprenditori. Come si legge negli atti di indagine, questi procedimenti spiegherebbero le “mazzette” che sarebbero state consegnate a Sansolini, il quale le avrebbe poi condivise con altri dirigenti. Dazioni di denaro e altre utilità che, secondo gli investigatori, sarebbero alla base degli ampi spazi di manovra concessi dai dirigenti agli imprenditori aggiudicatari delle opere, che si sarebbero prodigati solamente per liquidare i pagamenti e massimizzare i guadagni.
Sono gli elementi alla base della decisione del GIP di disporre la misura cautelare del carcere per Sansolini, indagato per associazione a delinquere. Come si legge nell’ordinanza, infatti, l’ex responsabile dell’area tecnica dell’ASL di Bari avrebbe promosso e organizzato “le attività illecite dell’associazione”, alterando i requisiti di partecipazione agli appalti “anche con metodo corruttivo”.
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