BARI – Una rete collaudata, un’associazione a delinquere pronta truccare gli appalti in cambio di ristrutturazioni di case, regali e contanti, talmente tanti contanti da non sapere come investirli, occultarli o consumarli. Il tutto per gare affidati a imprese “amiche”, come la piccola manutenzione senza gara, subappalti o la realizzazione del cosiddetto “gabbione” dell’ospedale San Paolo di Bari. Un anno di lavoro fatto di intercettazioni ambientali e telefoniche quello di Procura di Bari e Guardia di finanza e che in queste ore ha portato agli arresti – 6 in carcere e 4 ai domiciliari di tre pubblici ufficiali e funzionari della Asl Bari e imprenditori compiacenti, pronti a tutto per vincere una gara, gare che all’occorrenza sarebbero state manipolate anche con firme digitali poste dopo i termini. In tutto 17 indagati
L’indagine è partita da una intercettazione ambientale nei confronti di un imprenditore già coinvolto nell’inchiesta sulla protezione civile pugliese. Di lì gli inquirenti hanno scoperto l’esistenza di quest’associazione per delinquere all’interno della AslBa che sarebbe stata messa su da Nicola Sansolini, 64 anni, di Taranto, ingegnere e direttore dell’Area tecnica dell’azienda sanitaria barese, che avrebbe coordinato altri due dipendenti dell’azienda sanitaria e un certo numero di imprenditori a partire da Giovanni Crisanti, 67 anni, di Bari. Il gruppo era talmente convinto della macchina da essere sicuro che non sarebbe mai stato scoperto.
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