Rispetto a novembre 2023, il livello dell’acqua nella diga di San Giuliano (Matera) è sceso di circa 13,5 milioni di metri cubi, mentre in quella di Monte Cotugno (Potenza) la perdita ammonta a ben 117 milioni di metri cubi. Questi dati allarmanti, denunciati dall’Area Due Mari di Cia Agricoltori Italiani di Puglia, portano nuovamente l’attenzione sulla grave crisi idrica che minaccia la provincia di Taranto.
Secondo Pietro De Padova, presidente di Cia Due Mari, la scarsità d’acqua e la persistente siccità potrebbero compromettere gravemente la stagione irrigua 2025, mettendo a rischio il lavoro e il reddito di numerosi agricoltori. Anche il direttore Vito Rubino esprime preoccupazione per l’assenza di piogge e le alte temperature che continuano a persistere nella zona.
Le difficoltà legate all’approvvigionamento idrico nel territorio occidentale della provincia di Taranto, che dipende dalla vicina Basilicata per le risorse idriche, si aggravano a causa della scarsa manutenzione delle infrastrutture e della gestione limitata dei bacini. Nonostante una stagione irrigua salvata in extremis nel 2024, la mancanza di interventi strutturali e di pianificazione mette a rischio il futuro idrico della regione.
Rubino sollecita un immediato cambio di passo da parte della politica nazionale e regionale, che dovrebbero intervenire tempestivamente con fondi e soluzioni concrete, tra cui la manutenzione dei canali, il completamento dei lavori lasciati in sospeso e la programmazione di un’adeguata campagna informativa per gli agricoltori. La richiesta è di adottare misure per sfruttare al meglio tutte le fonti idriche disponibili, dal fiume Tara ai pozzi esistenti, e di intervenire sull’utilizzo delle acque reflue nei comuni locali.
Con le elezioni regionali alle porte, Cia Due Mari invita le istituzioni a rispondere prontamente e con azioni concrete, evitando che la crisi idrica diventi oggetto di strumentalizzazioni politiche.
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