Entro il 2050, i Paesi del Mediterraneo allargato dovranno affrontare sfide crescenti legate alla scarsità d’acqua, con un aumento della domanda e risorse sempre più limitate a causa dei cambiamenti climatici.
La siccità alternata a eventi meteorologici estremi minaccia di sovraccaricare sistemi idrici progettati per contesti differenti. A fronte di questa crisi, diventa cruciale promuovere una maggiore cooperazione internazionale su temi come consumi sostenibili, efficientamento, interconnessione, riuso e fonti alternative.
La sfida è stata lanciata durante la fiera Ecomondo a Rimini da Regione Puglia, Acquedotto Pugliese (AQP) e The European House – Ambrosetti, con la presentazione del report “Water for the Mediterranean: quale Agenda per i prossimi anni”.
Questo studio analizza l’area mediterranea, mettendo in luce criticità ma anche best practice da condividere per affrontare insieme la sfida idrica. In particolare, l’Italia si distingue per il valore economico legato alla disponibilità idrica, essendo il primo Paese dell’area per valore aggiunto generato dalla filiera dell’acqua.
L’area del Mediterraneo allargato, che comprende 1,3 miliardi di persone e un PIL complessivo di 12,5 trilioni di dollari, si estende dall’Atlantico al Golfo Persico. Tuttavia, le crescenti pressioni climatiche richiedono azioni politiche più incisive per gestire le risorse idriche. La Puglia si posiziona come un hub strategico per la gestione idrica grazie a infrastrutture avanzate e a una lunga esperienza nel gestire carenze d’acqua.
La regione ha avviato un piano di investimenti per la tutela delle risorse idriche, l’economia circolare, la transizione energetica e la digitalizzazione, come sottolineato dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.
Il report rivela una crescente pressione demografica e climatica, con una domanda idrica urbana globale prevista in aumento dell’80% entro il 2050, un dato particolarmente critico per il Mediterraneo. La popolazione dell’area è in forte crescita, spinta soprattutto da Nord Africa e Medio Oriente, con stime che prevedono 1,7 miliardi di abitanti entro metà secolo. Questa espansione mette a rischio l’accesso alle risorse idriche e alimenta conflitti per il controllo dell’acqua.
A livello globale, pochi Paesi hanno un ministero dedicato all’acqua, una necessità strategica sottovalutata. Il report sottolinea l’urgenza di soluzioni tecnologiche e investimenti mirati: nel Mediterraneo allargato, il focus si sposta verso la disinfezione e i sensori di controllo piuttosto che sulla dissalazione, come nel resto del mondo. In Italia, il settore idrico genera il 15,1% del PIL mediterraneo, attraverso l’agricoltura e il ciclo idrico esteso.
La sfida idrica mediterranea richiede una collaborazione internazionale senza precedenti. In questo scenario, Acquedotto Pugliese è in prima linea nella cooperazione e nel trasferimento di competenze, con iniziative internazionali e partnership strategiche per garantire una gestione sostenibile delle risorse.
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