Il vicepresidente del Csm tenta di ricucire lo strappo con le toghe del Consiglio dopo la controversa visita alla premier Giorgia Meloni a Palazzo Chigi. Fonti dell’organo di autogoverno dei magistrati sottolineano che, in quell’occasione, la presidente del Consiglio avrebbe confermato “la fiducia nella magistratura” e sarebbe “indifferente alle polemiche”.
Nonostante il tentativo di disgelo, il ministro della Giustizia Carlo Nordio alza i toni chiedendo alla magistratura un “passo indietro” e criticando le sentenze contrarie ai provvedimenti governativi, come quella sul decreto dei Paesi sicuri in tema di immigrazione. Immediata la risposta dell’Anm, con il presidente Giuseppe Santalucia che difende l’autonomia della magistratura: “Non arretriamo nell’esercizio della professione; le nostre sentenze sono motivate e impugnabili nei luoghi appropriati”.
Nordio, durante il Salone della Giustizia, accusa la magistratura di aver invaso il campo politico, soprattutto dopo l’era di “Mani pulite”. Sostiene che i giudici non dovrebbero criticare le leggi e insiste sulla necessità della separazione delle carriere. “Il sistema si inceppa senza questa riforma,” dichiara, sminuendo anche le polemiche sul recente incontro tra Pinelli e Meloni: “È normale che vi sia dialogo tra istituzioni.”
Dopo la visita a Palazzo Chigi, Pinelli sembra aprire alla comunicazione con i tredici togati del Csm che chiedevano chiarimenti. In una mail ai consiglieri, dichiara di essere disposto a discutere i dettagli dell’incontro, rassicurando: “Le mie porte sono sempre aperte per ciascuno di voi.”
Nonostante i tentativi di dialogo, la frattura tra governo e magistratura appare ancora lontana dall’essere sanata.
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