BARI – Non ammettere le nuove chat nel processo. È quanto chiedono i legali dei 15 imputati del processo con rito ordinario nato dall’inchiesta di Dda e squadra mobile di Bari ‘Codice interno’, che ha svelato i presunti intrecci tra mafia, politica e imprenditoria cittadina.
Gli avvocati così provano a escludere dal processo gli atti depositati dall’accusa nell’udienza del 30 ottobre. Atti che contengono chat tra alcuni degli indagati, estrapolate dai cellulari dell’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri e del suocero, l’oncologo Vito Lorusso, al momento dell’arresto dello scorso 26 febbraio. I due, insieme all’ex consigliera comunale – e moglie di Olivieri – Maria Carmen Lorusso, sono accusati di scambio elettorale politico-mafioso. Per l’accusa, l’elezione di Lorusso al consiglio comunale di Bari del 2019 sarebbe stata favorita dai voti dei clan Parisi, Montani e Strisciuglio, raccolti a pagamento da Olivieri. In totale gli arrestati furono 130. I legali degli imputati ritengono che quelle chat siano ‘inammissibili’, sia perché contengono messaggi privati non attinenti ai capi d’imputazione sia perché acquisite – a detta degli avvocati – violando le norme. L’accusa ha respinto queste eccezioni e chiesto al Tribunale di ammetterle. Sul punto, il collegio deciderà nella prossima udienza del 4 dicembre.
Intanto Gli avvocati di Giacomo Olivieri, in carcere dallo scorso 26 febbraio proprio con l’accusa di scambio elettorale politico-mafioso ed estorsione, hanno chiesto al gup di Bari Giuseppe De Salvatore la sostituzione della misura con gli arresti domiciliari. La Dda ha dato parere negativo ma la decisione del giudice non è ancora arrivata.
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