Secondo il rapporto “Benessere e diseguaglianze in Italia” realizzato dall’Istat nell’ambito del progetto Bes (Benessere equo e sostenibile), vivere nel Nord Italia offre una qualità della vita generalmente migliore rispetto al Sud, con le regioni settentrionali che mostrano indicatori di benessere più favorevoli rispetto alla media nazionale. Il Mezzogiorno, invece, continua a registrare svantaggi significativi, soprattutto in ambiti come il lavoro e le relazioni sociali.
Il rapporto evidenzia anche che, nonostante le donne siano ancora in una posizione svantaggiata rispetto agli uomini, si stanno riducendo le diseguaglianze di genere, con progressi significativi in diverse aree. Un esempio rilevante è l’uso di internet, che viene considerato un indicatore chiave di benessere.
La partecipazione culturale è un altro aspetto che mostra forti disparità territoriali: le donne con titoli di studio universitari che vivono al Nord partecipano ad attività culturali fuori casa, come andare al cinema o a teatro, otto volte di più rispetto alle donne del Sud con un livello di istruzione inferiore.
Inoltre, il rapporto sottolinea l’impatto della povertà legato al livello di istruzione e alla zona di residenza: tra i giovani di 25-34 anni nel Mezzogiorno con basso titolo di studio, il rischio di povertà è 25 volte più alto rispetto ai coetanei del Nord con un’istruzione elevata, con un tasso del 56,7% contro il 2,2%. Un dato che testimonia la complessità e la multidimensionalità delle diseguaglianze sociali ed economiche in Italia.
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