Michele Cazzarò smonta pezzo per pezzo, l’ultimo Taranto di Carmine Gautieri mandando in campo al Partenio un undici completamente rivisitato rispetto alla debacle del Viviani. Tra i pali c’è Meli, in mediana si rivede Verde mentre davanti Battimelli rileva Zigoni. Nei padroni di casa Biancolino, sceglie Sounas, Gori e Patierno per allungare la scia positiva e continuare la caccia al Benevento.
PRIMO TEMPO Le premesse del pregara trovano subito riscontro nell’avvolgente manovra dei padroni di casa che già al terzo si fanno pericolosi, con De Cristofaro che raccoglie sul limite dell’area e lascia partire una violenta sassata, sulla quale Meli blocca sicuro. Cinque giri di lancette più tardi, l’Avellino trova il vantaggio, ma la posizione di Chicco Patierno viene considerata al di là della linea dei difensori del Taranto, e la rete viene quindi annullata dalla terna arbitrale. Paradossalmente è il Taranto a costruire la prima, vera, occasione da gol: Giovinco vede Speranza in area, ma il centrocampista non inquadra la porta da buona posizione, graziando l’Avellino che si mangia le mani al minuto trentaquattro, quando l’acrobazia di Patierno da due passi, si stampa esattamente sotto l’incrocio rimbalzando al di là della linea della porta di Meli.
Gli Dei del Calcio, posano gli occhi sul rettangolo di gioco del capoluogo irpino al 36′: azione insistita di Mastromonaco sulla corsia di destra e pennellata dell’esterno scuola Inter, che trova l’inserimento di Battimelli lesto a bruciare la retroguardia in maglia verde, depositando di testa alle spalle di Iannarilli.
SECONDO TEMPO Con la pressione tutta sulle spalle degli uomini di Biancolino è il Taranto ad approcciare meglio alla ripresa, al 55′ è però Rocca a provarci dalla distanza trovando la pronta opposizione di Meli. Al 63′ Cazzarò opera la prima sostituzione, fuori l’autore del gol Battimelli in luogo dell’ex Zigoni. L’inerzia della partita non cambia, sono sempre gli irpini a gestire le operazioni di gioco senza tuttavia riuscire a costruire seri pericoli per la porta di Meli, che trema solo in occasione di un’azione convulsa nel cuore dell’area, nella quale Vano centra il palo da pochi passi. La parte finale della gara scivola via lentamente con l’Avellino che ci prova con la forza della disperazione ed il Taranto che si difende con le unghie e con i denti, rischiando grosso a due minuti dal triplice fischio quando Sounas si gira sul limite e fa la barba al palo. L’ultima porzione di celebrità se la prende il signor Jules Roland Andeng Tona Mbei di Cuneo, che concede sette minuti di recupero, al termine dei quali Michele Cazzarò ed i suoi ragazzi possono festeggiare l’impresa.
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