Ci sono voluti diversi anni, ma alla fine l’associazione Codici è riuscita ad ottenere il giusto risarcimento per una coppia salentina protagonista di una lunga controversia con Ryanair. Il motivo della contesa è la cancellazione di un volo da Pisa a Brindisi del settembre 2017, accompagnata da una serie di disagi che la compagnia aerea non ha voluto riconoscere. Grazie alla determinazione dell’associazione Codici e del suo legale, l’avvocato Stefano Gallotta, i due viaggiatori si sono visti riconoscere quanto dovuto dal Tribunale di Brindisi, che nei giorni scorsi ha confermato la sentenza del Giudice di Pace di Brindisi, respingendo l’appello presentato da Ryanair.
“I nostri assistiti – spiega l’avvocato Stefano Gallotta, esperto di Codici per il settore Trasporti e Turismo – avevano acquistato due biglietti per un volo da Pisa a Brindisi in data 10 settembre 2017. Il giorno della partenza, Ryanair ha cancellato il volo a causa di problemi tecnici. Recatisi allo sportello aeroportuale della compagnia, ai due passeggeri non è stata fornita alcuna possibilità di scelta tra la riprotezione sul primo volo utile successivo e il rimborso del prezzo del biglietto, gli è stata negata ogni assistenza e possibilità di riprotezione su voli successivi. I nostri assistiti sono stati costretti ad organizzare a proprie spese il rientro a casa in pullman. Un viaggio impegnativo, con partenza la sera da Pisa e l’arrivo la mattina successiva a Lecce dopo un cambio notturno a Bologna. Il motivo del nostro intervento è legato all’indennizzo previsto dal Reg. CE 261/2004, al rimborso delle spese sostenute e documentate per il rientro a casa e all’importo supplementare per i disagi subiti dalla coppia, arrivata a destinazione con un giorno di ritardo rispetto al previsto: richieste integralmente riconosciute in circa 1.100 euro dal Giudice di Pace e confermate dal Tribunale in appello. Una cifra che deriva dall’impossibilità per i nostri assistiti di beneficiare del volo prenotato, di giungere a destinazione nel giorno e nell’orario previsti, di essersi dovuti attivare a reperire un altro mezzo di trasporto per rientrare a Lecce nel più breve tempo possibile, nell’aver dovuto sostenere il viaggio su un pullman di linea con fermate intermedie, con conseguenze a livello di stress facilmente intuibili. Un semplice volo interno si è trasformato in una giornata a dir poco complicata. C’è voluto del tempo per arrivare alla sentenza d’appello, ma la pazienza e la determinazione ci hanno permesso di vedere riconosciuti i diritti dei nostri assistiti. È quello che ripetiamo sempre: non è facile, la giustizia ha i suoi tempi, ma far valere le proprie ragioni è possibile e per questo non bisogna darsi per vinti, ma lottare”.
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