Gli operatori sanitari si trovano ogni giorno a svolgere il proprio lavoro in condizioni sempre più pericolose. A rivelarlo sono i dati dell’INAIL relativi al triennio 2019-2021, che certificano come le professioni sanitarie abbiano raggiunto un indice di infortuni di 42,95, il più alto tra tutte le categorie lavorative.
Gianluca Giuliano, segretario nazionale della UGL Salute, ha commentato: “Lavorare nella sanità è ormai estremamente rischioso, anche a causa delle conseguenze della pandemia. A questi dati si aggiunge un drammatico aumento degli episodi di violenza contro i professionisti sanitari. Quelli che durante il Covid erano eroi, oggi sono bersagli di rabbia. In alcuni reparti ospedalieri si vive come in trincea, con operatori costretti a difendersi dalla furia di malintenzionati”.
Il sindacalista ha sottolineato l’importanza del recente Decreto Antiviolenza, che prevede misure severe come l’arresto per chi commette violenze e l’installazione di videosorveglianza nelle strutture sanitarie. “La sicurezza di chi ci cura deve essere una priorità assoluta. È un dovere civile proteggere i professionisti che ogni giorno si prendono cura di noi”, ha concluso Giuliano.
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