BARI – Era una senza fissa dimora e in Italia si faceva chiamare Margherita. Il 10 maggio 2017, nelle “ex acciaierie Scianatico” di Bari, in un edificio in disuso, fu rinvenuto il suo cadavere completamente scheletrito, coperto da assi e cassette di legno, quasi a formare una bara. Furono l’esame autoptico e i risultati di genetica forense a fornire indicazioni sulla data del decesso, mese di giugno del 2012, e dare un nome e cognome alla donna, Szlezak Malgorzata.
Nel dicembre 2019, a seguito di un’articolata attività d’indagine, i poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Bari, arrestarono il presunto autore dell’omicidio, oggi 58enne, poi condannato per i reati di omicidio aggravato, riduzione in schiavitù, occultamento e vilipendio di cadavere. Chiusa l’indagine, la Polizia di Stato si è preoccupata dei resti della povera Margherita, rimasti custoditi nell’Istituto di Medicina Legale di Bari. Origini polacche e negli anni nessun parente a reclamarne i resti. Nelle scorse ore Polizia di Stato Caritas, Comunità di Sant’Egidio ed associazione Incontra ne hanno celebrato i funerali per assicurare una degna sepoltura alla donna uccisa, all’età di 50 anni, dal suo compagno
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