BARI – Mai nessun dossieraggio. La difesa di Vincenzo Coviello, il 52enne ex bancario di Intesa Sanpaolo con il vizietto di spiare i conti dei correntisti dell’istituto di credito (ben 6.637 accessi abusivi ai dati di 3.572 clienti di 679 filiali in 26 mesi tra febbraio 2022 e aprile scorso) è ferma su un punto: il dipendente della filiale di Bisceglie del gruppo non avrebbe fornito informazioni a terzi. “Possiamo escludere che sia stata compiuta una attività di dossieraggio (di qualsiasi dimensione e natura) o, comunque, che vi sia stata cessione di dati a terzi”, precisano un una nota gli avvocati Luigi Milani, Federico Straziota, Antonio Arzano e Domenica Lenato (Polis Avvocati).
I legali ribadiscono che “Nel corso delle perquisizioni eseguite il 10 ottobre in casa di Coviello e nei locali in uso all’indagato, non è stata rinvenuta documentazione attinente ai fatti per cui si procede”. L’accusa mossa nei confronti di Coviello è di accesso abusivo ai sistemi informatici e tentato procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato. Tra i 34 politici spiati, il premier Giorgia Meloni e alcuni ministri, il numero uno dell’antimafia, Melillo, il governatore Emiliano e l’europarlamentare Decaro. E poi 43 tra vip e personaggio dello sport oltre a 70 dirigenti e manager di intesa e tantissime persone comuni. A dare il via alle indagini, che hanno portato al licenziamento dell’ex bancario l’8agosto scorso, la querela presentata da uno dei correntisti che avrebbe visto strani accessi sul suo conto.
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