Snim: focus sulle barche made in Puglia

“Le barche made in Puglia” è il titolo di un convegno che si è tenuto nel porticciolo turistico Marina di Brindisi nell’ambito dell’edizione 2024 dello Snim, il Salone Nautico di Puglia. Il confronto è stato organizzato dal Consorzio Nautico di Puglia per accendere i riflettori su quelle che sono le più impellenti necessità, in primis il numero dei posti barca, di un settore in crescita esponenziale che ha bisogno di fare quadrato per mettere in ordine tutto ciò che è già stato fatto e per pianificare in maniera scientifica ed efficiente quello che nel breve periodo sarà fatto.

Al confronto, moderato dal presidente del Consorzio, Dario Montanaro, hanno preso parte referenti della Regione Puglia, del mondo delle imprese e del lavoro. La convinzione di base è, infatti, che possa essere vincente- con ricadute positive per il territorio- un lavoro di squadra che veda protagonisti il privato quanto il pubblico. Nei tre panel in programma sono state affrontate altrettante tematiche: spazi ed opportunità per l’ormeggio di barche in Puglia; le barche di Puglia nel mondo- sviluppo e ricerca di nuovi mercati e creazione di strutture commerciali; formare capitale umano per costruire e navigare. A margine dell’iniziativa l’intervista al presidente del Consorzio, Dario Montanaro.

Qual è l’obiettivo del confronto che avete organizzato, come Consorzio, nell’ambito dello SNIM?
L’obiettivo è cercare basi e condizioni iniziali per un confronto con la regione Puglia rispetto agli spazi dell’ormeggio e capire di cosa abbiano bisogno le imprese per lo sviluppo del loro sistema commerciale e del loro sistema produttivo industriale. La Regione ha condotto uno studio interessantissimo secondo il quale in Puglia sono disponibili 14000 posti barca. Secondo noi la fruibilità è molto più limitata, è chiaro infatti che i posti barca siano per lo piu stanziali e appartenenti ai residenti. In prospettiva puntiamo almeno ad un 20% in più di disponibilità per la clientela locale e straniera, quindi per gli utenti che incrementano i fenomeni di flussi turistici ed economici.

Cosa chiede il privato al pubblico per fare in modo che si sviluppi una sinergia virtuosa, che tipo di esigenze avete?
Il privato chiede al pubblico che le iniziative proposte, come quella dei posti a secco, rappresentino una opportunità e non un percorso di antagonismo o di spostamento degli interessi pubblici verso il privato. Un posto barca rappresenta sicuramente l’opportunità per le imprese, ma anche per cittadini che possono fruirne e una barca realizzata in Puglia rappresenta il valore aggiunto per noi per i nostri lavoratori, che poi sono i nostri figli, e per il sistema economico e reddituale della Puglia.

Intanto in Puglia c’è un crescente numero di aziende che inizia o continua con successo a produrre imbarcazioni in loco.
Il sistema, grazie a chi mi ha preceduto e grazie al Distretto Nautico, si è assolutamente consolidato. Dalle prime embrionali iniziative di carattere artigianale, siamo cresciuti ed oggi abbiamo imprese che raggiungono una organizzazione assolutamente di spessore, di qualità, e che hanno industrializzato la produzione di barche con caratteristiche di eccellenza, quali quelle che appartengono al sistema di produzione artigianale. Quindi abbiamo un mix di ottimo prodotto e buone prospettive imprenditoriali.

Che tipo di programmazione vuole mettere il campo il Consorzio?
Il Consorzio nasce nel 2017 e vive una fase di conoscenza o di reciproco superamento dei percorsi relazionali all’intero del gruppo di imprese, di un sistema imprenditoriale che non è abituato a svilupparsi in termini collettivi. Oggi ha raggiunto la maturità e la consapevolezza che il percorso corale, in particolare per la nautica, è una chiave di accesso a opportunità come quelle rappresentate oggi da PugliaSviluppo o ipotizzate dalla Regione Puglia in termini istituzionali. Diversamente, ogni singolo sicuramente può riuscire autonomamente, ma insieme si va più lontano e, soprattutto, si riescono a fare cose che da soli si impiega più tempo a realizzare e oggi, nell’economia del mare e nel sistema industriale, i tempi sono fondamentali, sia rispetto alle capacità di opportunità e sia rispetto alla concorrenza, in questo caso dei paesi asiatici.

Fatte le dovute premesse e analizzata la situazione di partenza, ognuno – sia pubblico che privato- dovrà fare i compiti a casa, come ha affermato in conclusione del suo intervento. Quindi cosa farete?
A casa abbiamo il compito di dimensionare quello che è il volume delle richieste per canali di spesa, questo è il primo passaggio. Dobbiamo fare un’attenta valutazione di quello che serve per creare delle realtà commerciali anche all’estero, questo in termini di internazionalizzazione. Rispetto ai posti barca, dobbiamo dare un contributo al confronto che la Regione ha avviato con i comuni e con i gestori locali, rappresentando il fatto che, se risolviamo la possibilità di far ormeggiare le barche ai cittadini, il beneficio è per noi privati ma anche per le amministrazioni pubbliche.

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