La Flc Cgil ha rivolto un appello al Consiglio di Amministrazione dell’Università del Salento, chiedendo una riflessione sulle conseguenze finanziarie dell’aumento dei compensi destinati al rettore, al prorettore, ai membri del Cda, del Senato Accademico e ai revisori dei conti.
Il sindacato ha espresso preoccupazione per il rischio che, a causa dei nuovi tagli al Fondo di finanziamento ordinario (Ffo), tali aumenti possano compromettere la gestione dell’Ateneo.
Secondo la Flc Cgil, il provvedimento è “inopportuno”, soprattutto in un anno in cui l’Università dovrà affrontare un taglio di 3,5 milioni di euro da parte del Ministero. Lo scorso 1° ottobre, il Senato Accademico ha approvato una proposta che prevede l’aumento del compenso del rettore, da 25.200 a 121.000 euro annui (+480%), e quello del prorettore, da 10.800 a 30.250 euro (+280%).
A questi incrementi si aggiunge un aumento delle indennità di carica per tutti i centri di spesa, l’introduzione di un’indennità per i consiglieri di amministrazione e il raddoppio dei gettoni di presenza per i membri del Senato Accademico.
Il sindacato stima che l’intera operazione comporterà una spesa aggiuntiva di circa 400.000 euro all’anno, gravando sul bilancio dell’Università a partire da quest’anno. “Con un taglio così significativo al Ffo esiste il rischio concreto non solo di dover ridurre attività vitali, ma anche di non riuscire a garantire il pagamento degli stipendi al personale recentemente assunto o promosso grazie ai Piani straordinari di finanziamento”, sottolinea la Flc Cgil.
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