E’ vero: l’episodio del calcio di rigore non assegnato a Favilli sul finire della sfida di Cremona ha preso il sopravvento sul resto nell’analisi di quanto accaduto allo Zini, ma il Bari adesso deve avere la capacità di andare oltre le recriminazioni per ciò che è stato. Ripartendo dalle certezze accumulate nelle ultime settimane e, entrando maggiormente nel dettaglio, proprio dalla prestazione fornita contro la Cremonese di Stroppa: domenica si è vista una squadra che, come praticamente sempre avvenuto dall’inizio del campionato, è scesa in campo senza timori reverenziali nei confronti di un avversario sulla carta più quotato. Longo in pochi mesi ha messo su un gioiellino che funziona bene, che concede il giusto e che a ogni ripartenza dà l’idea di poter far male agli avversari.
Con un pizzico di cinismo in più, si potrebbe parlare di tutt’altra classifica, ma anche quella attuale non va letta alla luce della dodicesima posizione in solitaria con 10 punti all’attivo: il quinto posto infatti dista appena tre lunghezze, l’ottavo – l’ultimo utile per accedere ai playoff – soltanto una, ma soprattutto i pugliesi hanno messo alle spalle un calendario tutto tranne che semplice. Le trasferte di Marassi contro la Samp, dello Stirpe contro il Frosinone, dello Zini contro la Cremonese, ma anche la sfida interna contro il fortissimo Sassuolo e quelle sempre casalinghe contro le sorprendenti Juve Stabia e Mantova. Non tutte, tra coloro che precedono Vicari e compagni, hanno dovuto affrontare simili difficoltà.
Poi, in aggiunta a questo, c’è il dato sull’imbattibilità: sono sei le partite consecutive senza sconfitte, un filotto contraddistinto da quattro segni X e due vittorie. Solo tre squadre, il Napoli e la Juventus in Serie A e lo Spezia in Serie B, possono vantare un qualcosa del genere nelle prime due serie nazionali. Insomma, di motivi per guardare al futuro con un certo ottimismo ce ne sono innumerevoli. Vietato, però, sedersi sugli allori o sentirsi già arrivati: la risalita della china è appena cominciata.
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