La presenza del lupo, moltiplicata negli ultimi anni in Puglia, sta causando stragi negli allevamenti, con pecore e capre sbranate, mucche sgozzate e asinelli uccisi. Dal Gargano al Salento, si registrano picchi di densità di lupi pari a 6 esemplari per 100 km² nelle province di Bari, Taranto e BAT, e 5,3 a Foggia, con una crescita preoccupante in provincia di Lecce.
A lanciare l’allarme è Coldiretti Puglia, basandosi sui dati ISPRA, alla vigilia della decisione dell’Unione Europea di declassare la protezione del lupo da rigorosa a semplice, una proposta che sarà discussa a dicembre durante la riunione del Comitato della Convenzione di Berna.
Secondo Coldiretti, la popolazione dei lupi in Italia ha raggiunto i 3.300 esemplari, con circa 950 nelle regioni alpine e quasi 2.400 lungo il resto della penisola. Questi numeri indicano che il lupo non è più a rischio estinzione, ma al contempo cresce il rischio di abbandono delle aree montane e interne, con gravi conseguenze per l’economia e l’ambiente, compreso il rischio di frane e alluvioni aggravato dai cambiamenti climatici. Senza la costante opera di manutenzione dei pascoli da parte delle aziende agricole, l’intero assetto idrogeologico potrebbe subire danni irreversibili.
Oltre agli attacchi diretti, il lupo provoca gravi danni collaterali negli allevamenti: gli animali, stressati e spaventati, vedono ridotta la produzione di latte e aumentano i casi di aborti. Coldiretti Puglia chiede misure urgenti di contenimento per salvare i pascoli e sostenere le famiglie e i giovani allevatori che cercano di preservare razze storiche come la pecora “Gentile” di Altamura o la “Moscia” leccese.
Nonostante gli sforzi degli allevatori, recinzioni e cani da pastore non bastano più. La resistenza degli agricoltori è ormai al limite e si richiedono nuove strategie per gestire la crescente popolazione di lupi, ormai non più in via d’estinzione. Questo problema, inoltre, si somma al sovrappopolamento di altre specie selvatiche, come cinghiali e storni, che minacciano ulteriormente il settore agricolo.
Per Coldiretti, la difesa degli allevamenti e delle comunità rurali deve essere una priorità. Se non si interviene in modo deciso, le montagne moriranno e i pascoli scompariranno, con effetti devastanti per l’ambiente e per la sicurezza delle città.
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